La gestione di Geoff John su Lanterna Verde volge ormai al termine, ma l’abile e talentuoso autore di casa DC dimostra di avere ancora parecchie interessanti cartucce da sparare. Andiamo quindi a scoprire cosa ci riserva il #19 di Lanterna Verde pubblicato in Italia da RW Lion.
Green Lantern Corps Annual #1
Si parte subito con una storia consistente sul passato della cosiddetta Prima Lanterna (Volthoom), realizzata appunto dal buon Johns coadiuvato dalle matite di ChrisCross (artista in linea con lo stile delle Lanterne, anche se non eccezionale). Finalmente dopo alcuni mesi, tutte le trame sviluppatesi singolarmente sulle differenti testate delle Lanterne, convergono in questo annual che ci mostra molti eventi importanti: Simon Baz riesce a raggiungere Mano Nera (William Hand) nella dimensione dove dovrebbero essere intrappolati Hal Jordan e Sinestro; John Stewart e lo Zaffiro Stellare Fatality riescono finalmente ad assistere al ritorno di Mogo, il pianeta senziente; Guy Gardner guida la controffensiva delle Lanterne Verdi su Oa, nel tentativo di fermare i Guardiani dell’Universo e riesce nel suo intento grazie al tempestivo intervento di Kyle Rayner, divenuto una Lanterna Bianca della Vita (in grado insomma di padroneggiare l’intero spettro emozionale). Tutti questi eventi non vengono assolutamente buttati a caso nella trama, ma vengono approfonditi e motivati nel giusto modo. Il dato lampante che emerge la liberazione di Volthoom, pronto a scatenare la sua ira non solo sui Guardiani ma sull’intero universo, mentre in nostri beniamini sono all’oscuro di tutto ciò (o quantomeno non sono consapevoli che la liberazione della Prima Lanterna comporterà una serie di nuovi problemi).
Green Lantern #17
La testata di Lanterna Verde si concentra invece sul primo degli eventi che vi ho accennato pocanzi: l’incontro fra Simon Baz (nuova Lanterna Verde terrestre) e William Hand (Black Hand, la sola Lanterna Nera esistente al momento). Sempre Geoff John al timone, questa volta supportato dalle matite di Dan Jurgens e Phil Jimenez (con Dough Mahnke ai disegni del prologo). La narrazione coinvolge però anche l’ormai libero Volthoom, il quale mostra poteri inimmaginabili e capacità fuori dal comune: intraprende infatti una sorta di viaggio nel tempo per capire quando i Guardiani hanno maturato la decisione di isolarlo, sfruttandone l’immenso potenziale. Questa “prima lanterna” sembra intenzionata a cambiare il presente e il futuro dell’universo, modificando il passato, in modo da creare una realtà priva di Guardiani (e quindi priva di Lanterne!). Intanto Simon Baz dimostra di non poter avere la meglio su Mano Nera, malgrado abbia rivelato poteri insoliti per una Lanterna Verde spingendo al massimo le potenzialità del proprio anello. E così il giovane viene spedito nella dimensione in cui sono intrappolati Hal e Sinestro (con sommo sdegno di quest’ultimo). Come sempre una narrazione serrata e un lavoro grafico di prim’ordine per questa testata, spesso sottovalutata nel panorama delle migliori testate d’oltreoceano solo perché Johns ci ha abituati fin troppo bene.
DC Universe Presents #0
Il mensile si chiude con una storia del 2012 con protagonisti i Black Hawks scritta da Tony Bedard e disegnata da Carlos Rodriguez. Gli eventi narrati si svolgono durante e poco dopo l’attacco di Darkseid che ha aperto il New52, mostrandoci le cose da un punto di vista più sommesso, con appunto il gruppo dei Black Hawks intenti a svolgere una missione proprio durante l’attacco del villain DC. La storia l’ho trovata piuttosto fuori luogo nella testata, non so se il personaggio che si vede comparire nel finale sarà poi protagonista di una saga riguardante le Lanterne. Sta di fatto che la storia lascia il tempo che trova e il “continua?” finale sembra più una domanda da fare agli editor che una domanda retorica.
Si conclude anche questa recensione, spero sia stata di vostro gradimento, seguirò le vicende finali della gestione Johns recensendo i prossimi numeri di Lanterna Verde. Voi intanto lasciate i vostri commenti e cuoricini, alla prossima!
PS: oggi in realtà avrei voluto pubblicare la recensione di Dylan Dog, ma qui da me non è ancora arrivato in edicola (per motivi misteriosi) e quindi vi beccate questa recensione – un po’ in ritardo – di LV.
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