Cosa c’è di più affascinante per un eroe delle sue origini?
Questo lo stratagemma ideato da Kieron Gillen per rimediare agli errori commessi sulle pagine di Iron Man.
Sembra ormai chiaro che il registratore rigelliano 451, visto nella saga Deicida, avrà una certa importanza nella vita del nostro eroe, ma in questo numero vi è solo il prologo de Le Origini di Tony Stark, non si può, dunque, ancora avere un’idea precisa su dove andrà a parare il nuovo story arc. Certo, se anche questa volta Gillen fallisse non ci sarebbe da stupirsi.
Invece l’intervento di Dale Eaglsham alle matite è stata una scelta felice. Non sarebbe una brutta idea sostituire Greg Land con il tratto classico di questo autore.
E non è solo questo arco narrativo che giunge al termine, ma anche Hypervelocity. Con un finale esplosivo, Tony Stark 2.0 ci lascia definitivamente. Anche questa sarà una saga difficile da scordare. L’incubo tecnologico del falso Iron Man si è protratto per ben quattro numeri senza mai perdere attrattività. I disegni di Brian Denham hanno mostrato quest’avventura adrenalinica/onirica provando che il disegnatore ha dato il meglio di sè e Adam Warren ha il merito di aver caratterizzato in modo impeccabile i due protagonisti (vale a dire Tony Stark 2.0 e Absynthe).
In conclusione Iron Man #7 è migliore rispetto al numero precedente, tuttavia non credo che questa testata si possa ancora totalmente consigliare. Per quanto riguarda la serie principale siamo lontani anni luce dai tempi della premiata ditta Fraction & Larroca.
Voto Globale: 7,5
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