Dopo gli sconvolgenti avvenimenti dello scorso numero eccoci arrivare al tredicesimo volume mensile di The Walking Dead edito da Saldapress. Lo scioccante numero #12 si chiudeva con Rick e Carl in fuga, dopo aver assistito inermi alla distruzione della prigione e, ancor peggio, all’uccisione di Lori e della piccola Judy. Ormai è chiaro che, nonostante il Governatore sia morto, la prigione è andata persa e con essa anche l’illusione di poter ricominciare, la speranza di provare a condurre una “vita tranquilla”.
Padre e figlio si ritrovano soli, gli altri della compagnia sono morti o dispersi, e inoltre Rick è gravemente ferito. I due decidono quindi di accamparsi in un’abitazione per riposare e prendere coscienza degli ultimi strazianti avvenimenti. Durante il soggiorno Rick perde i sensi a causa della ferita, quindi il piccolo Carl si troverà solo per diversi giorni a dover accudire un padre malconcio e tenere a bada alcuni zombies che girano nelle vicinanze.
Gli eventi di questo volume sono volti ad approfondire la presa di coscienza da parte di Rick e Carl che quest’ultimo, un giorno, potrebbe ritrovarsi solo per sempre e, al tempo stesso, sta diventando uomo troppo rapidamente.
Altro aspetto fondamentale su cui Kirkman si sofferma sono le “telefonate” di Rick, un efficacissimo espediente narrativo per approfondire il preoccupante stato mentale dello sceriffo che, ripresosi dal delirio della febbre, è ancora profondamente, e forse irrimediabilmente, scosso dall’orrore vissuto e da inevitabili sensi di colpa.
Adesso i nostri protagonisti, ancora sotto shock, dovranno ricominciare tutto da capo ma non ci è ancora concesso sapere da dove ripartiranno…