Dylan Dog Gigante #22

Le storie con protagonista Dylan Dog avevano bisogno di un forte rinnovamento. Ma c’è uno speciale dell’Indagatore dell’Incubo che invece non accusa il colpo e anzi tiene un ritmo e una qualità sorprendenti. Sto parlando del Dylan Dog Gigante (o Dylandogone per gli aficionados) e quindi eccovi la mia recensione del #22 uscito a Novembre.

Il tramonto dei vivi-morenti

Questa prima storia presente nel volume si svolge nel “what if..?” dylaniato che vede un’invasione zombie aver presto il sopravvento della Terra. I primi due episodi sono stati pubblicati sul Dylan Dog Color Fest #2 e sul Color Fest #10; le tre storie non sono pubblicate in ordine cronologico ma andrebbero lette in quest’ordine: Color Fest #10, Dylan Dog Gigante #22, Color Fest #2.

Con la storia Il tramonto dei vivi morenti, Bilotta arricchisce questo stupendo story-arc, che ormai sembra sempre più aver abbandonato l’episodicità per caratterizzarsi come un vero e proprio futuro plausibile in cui le avventure di Dylan andranno a terminare. Veniamo infatti a conoscenza delle modalità con cui Dylan torna a lavorare per Scotland Yard, con il crescente rimorso di non aver potuto bloccare lo sviluppo dell’epidemia risparmiando la vita al caro Groucho. Bilotta e Daniela Vetro ci mostrano i risvolti politici di un’invasione zombie, con gruppi terroristici che si battono per la libertà di questi esseri e politici senza scrupoli pronti a sfruttare i mostri come “schiavi” al servizio dei normali. La storia è scritta davvero bene ed ha un tono molto realistico, malgrado l’ambientazione improbabile. Bilotta si è dimostrato davvero molto versatile negli anni realizzando tre storie dal sapore molto diverso: la classica storia investigativa di Dylan, una storia realistica e politicamente scorretta e una storia dal sapore “apocalittico” e a tratti “onirico”. Vi consiglio tantissimo di recuperare tutte le storie anche solo per i disegni di Carmine Di Giandomenico (Il pianeta dei morti, Dylan Dog Color Fest #2) e di Paolo Martinello (Addio, Groucho, Dylan Dog Color Fest #10) e di godervi una delle migliori storie dylaniate degli ultimi anni.

La vicina di casa

La seconda storia del Dylandogone è un’altra citazione ad un vecchio numero di Dylan. Si tratta per l’esattezza del Dylan Dog Gigante #4 (la storia in questione è Il vicino di casa), mentre nel #22 facciamo la conoscenza di una ragazza che si innamora proprio del protagonista della vecchia storia. Tutta la narrazione di Pasquale Ruju – una delle “colonne” dell’Indagatore dell’Incubo – è realizzata con tratti leggeri e i disegni di Valentina Romeo (ben due donne ai disegni questa volta) sono davvero meravigliosi. Non potendovi spoilerare molto sulla storia, mi limito a dirvi che è ricca di colpi di scena, malgrado la brevità e presenta anche molti spunti divertenti.

Più forte della carne

Questa storia comincia in medias res (con il nostro eroe in stato comatoso) e procede come un flashback quasi per tutta la narrazione, intervallata dai momenti in cui Dylan comunica con una dottoressa dell’ospedale nel quale si trova. Inizialmente si può pensare che la storia sia il classico caso in cui Dylan deve trovare un modo per tirarsi fuori da una situazione paranormale; invece veniamo a scoprire quasi subito che si trova in quella situazione perché stava indagando su un serial killer. L’assassino rapisce le sue vittime per seviziarle e abusare di loro fino ad ucciderle, una volta stanco delle poverette. Una storia molto cruda quindi, ben orchestrata da Giuseppe De Nardo e con un Giampiero Casertano davvero in forma (disegnatore dal tratto molto particolare, che può piacere e non piacere: a me piace!): vedremo un Dylan diverso dal solito, molto coinvolto emotivamente nella vicenda e non mancheranno i risvolti comici grazie al solito Groucho (ma non solo). Questa storia è il tipico esempio del “rischio” che Dylan Dog (la serie regolare) non prende più da tempo, abbandonando la storia “facilona” che tiene il pubblico dei fan incollati alla pagina, ma allontana chi si interessa per la prima volta al personaggio non riscontrandone idee buone o cambiamenti significativi.

In linea con l’Aldilà

Il Dylandogone si conclude con una storia breve scritta da Gualdoni coi disegni di Fernando Caretta. In chiusura di volume troviamo la classica vicenda dalle tinte splatter che tanto piace ai fan (quindi un volume a dir poco completo, non manca assolutamente niente): Dylan viene caricato in auto da alcune ragazze che l’hanno trovato casualmente per strada e si offrono di dargli un passaggio fino alla prima area di servizio. Una volta giunti sul posto iniziano gli ammazzamenti, con un po’ di cliché, ma sono quei momenti piacevoli che arricchiscono il volume rendendolo completo. Sono inoltre ripresi temi tipici di Dylan come il suo rapporto con le donne (travagliato) e con la tecnologia (a dir poco pessimo). Insomma una storia divertente che ben si inserisce all’interno della diversità del volume.

La recensione si conclude qui e vi invito nuovamente ad acquistare il volume (in edicola al prezzo di 6,20€) ma di non lasciarvi scoraggiare dal prezzo: vale ogni centesimo speso, anche solo per il fatto essere gigante (sia come dimensioni che come pagine: ben 240!). Alla prossima.

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