Devil e I Cavalieri Marvel #22

Beh, non si può dire di certo che sia tempo di vacche magre in casa Marvel. Tante serie, molte di buon livello, alcune strepitose. In questo variegato ventaglio di proposte, non è facile competere ad esempio con le testate mutanti di Bendis, con l’intrigante Superior Spiderman di Slott o con il geniale Occhio di Falco di Fraction; eppure Devil di Waid e Samnee ci riesce eccome, offrendo ai propri lettori una run appassionate e divertente al tempo stesso, seria e comica, dal taglio classico, ma decisamente innovativo. Un gioiello per gli amanti del Diavolo Rosso e per tutti i lettori di fumetti in generale. Questo mese, poi, lo spillato Devil e i Cavalieri Marvel – orfano della serie Punisher War Zone, conclusasi lo scorso numero – ci offre ben due storie di Devil (..e che storie!), trascinandoci sempre più all’interno del complesso e difficile mondo dell’avvocato più scavezzacollo di Hell’s Kitchen.

Uomini Senza Paura e Malattia Fatale da Daredevil #23 e #24 

Una brusca chiusura di episodio quella dello scorso mese, che avrà lasciato i lettori di Devil con molti inquietanti interrogativi. Foggy Nelson, l’amico fraterno di Matt, è gravemente malato di cancro. Un male terribilmente concreto, contro il quale né Matt, né i Vendicatori possono nulla. Per l’ennesima volta nell’Universo Marvel i problemi reali – quelli che turbano davvero le vite delle persone normali – si confondono e trovano spazio nelle avventure degli eroi che lo abitano.

Ma, come detto tante volte, questo è il Devil di Waid. Una run in cui l’autore è deciso a riportare Devil ad una dimensione più tradizionale, meno oscura rispetto al recente passato (si pensi a Miller, Bendis e Brubaker). Ed è così che, pur scavando nel dolore dei protagonisti, anche toccando corde spiccatamente intime, l’autore mantiene comunque dei toni sereni. Niente più disperazione e rabbia nei personaggi, ma piuttosto consapevolezza ed equilibrio. “Preparati al peggio, ma spera nel meglio. Questo è il mio motto” – dice tra sé e sé Matt mentre accompagna Foggy a ritirare le analisi – “Okay, in effetti non è questo. Ma stasera si”. Una frase che non avremmo mai pensato di sentir dire a Matt, e che invece oggi ci suona quasi naturale. Non importa ciò che succederà domani, Foggy e Matt mantengono intatta la forza di ridere insieme e di sdrammatizzare nonostante tutto. Alla faccia di chi dice che i fumetti sono vuoti e privi di significati. Il messaggio contenuto in questo episodio è universale e potentissimo; e riguarda ogni essere umano. Si tratta di un approccio intelligente e maturo, un modo di affrontare gli ostacoli che la vita ti pone davanti con coraggio e senza paura. Non solo. Ma questo insegnamento, se pur contenuto in un fumetto supereroistico, non viene rappresentato in maniera banale e stereotipata. Anzi, rimane in qualche modo distinto dal resto della trama, come a voler rimarcare la sensazione di ineluttabilità rispetto a problematiche che vanno oltre quelle di un prodotto mainstream come può essere Daredevil.

Tutto ciò, però, viene abilmente inserito in un contesto spassoso e fuori dalle righe, in cui Hank Pym fa telefonate da un iPhone più grosso di lui; e dove un passante, vedendo svolazzare Devil esclama “Guarda! E’ il Batman Rosso!”. Un approccio coerente con quanto visto finora e che rappresenta indubbiamente uno dei punti di forza di questo eccellente sodalizio artistico.

Parlo di sodalizio, perché quello di Chris Samnee è un lavoro davvero spettacolare. Il tratto classico e deciso, abbinato a delle ben studiate scelte cromatiche, compongono delle tavole davvero da urlo. Il passaggio finale dell’episodio #23 è tutto suo. Profondo, diretto e commuovente. Matt cerca lo sguardo di Foggy e quando lo trova è impossibile controllare le emozioni (tanto per loro, quanto per il lettore). 

Fallout da Thunderbolts #6

Come ci si poteva aspettare, il nuovo episodio di Thunderbolts non riserva grosse sorprese dal punto di vista qualitativo. Due curiosi personaggi fanno il loro ingresso nel gruppo capitanato da Thaddeus “Red Hulk” Ross. Si tratta del Capo,vecchia conoscenza dei fan del Golia Verde; e di Abigail Mercy Wright, inquietante figura, anch’essa già presente nella serie regolare The Incredible Hulk.

Nonostante le new entries, la storia continua a zoppicare e i personaggi a non funzionare. La sensazione è che il progetto di Way e Dillon avrebbe potuto decollare se sviluppato con maggiore attenzione (specialmente dal punto di vista narrativo). Purtroppo, invece, complici una trama impalpabile e dei characters insignificanti, Thunderbolts risulta essere davvero un buco nell’acqua.

Con questo ho finito. Vi saluto dandovi appuntamento al mese prossimo con le avventure del Diavolo Rosso.  

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