Nuova recensione dedicata al membro della Batfamily più indipendente e cazzuta. Batwoman #5 porta a conclusione il lunghissimo story-arc legato a Medusa con un esaltante finale, al di là di ogni aspettativa.
Non è facile, per me, recensire con oggettività questo capolavoro, dal momento che amo alla follia quello che J.H. William III e W. Haden Blackman hanno realizzato. Perdonatemi quindi se a volte potrò sembravi di parte, ma il fumetto merita.
La prima storia contenuta nel brossurato RW Lion è il secondo Interludio relativo alla conclusione dell’epopea legata a Medusa (World’s Finest) e ci presenta un focus sul personaggio di Maggie Sawyer. La forza di Batwoman – oltre che nello stretto connubio scrittura-disegno e nell’accattivante protagonista – risiede in gran parte nella profonda caratterizzazione dei comprimari. Davvero nulla è mai lasciato al caso e ogni tratto dei personaggi viene introdotto, sviluppato e concluso arricchendo la trama, senza appesantire la lettura. In questo caso seguiamo il travagliato percorso fatto da Maggie per trovare il suo posto nella lotta contro Medusa e ne restiamo affascinati, legandoci al personaggio. Ai disegni per questo #15 troviamo Trevor McCarthy, che ben si sposa con l’impronta necessaria alla narrazione.
I due numeri centrali sono un capolavoro grafico senza pari: la divisione delle vignette, la fluidità dei dialoghi unita a quella della narrazione, la coerenza nello sviluppo della storia e la giusta dose d’azione. Alcune splashpage realizzate da Williams III sono dei veri e propri quadri che vien voglia di incorniciare.
La trama procede coerentemente per chiudere tutte le sottotrame e i due scrittori portano a conclusione – con fare “ariostesco” – tutta una serie di intrecci narrativi aperti e sviluppati nel corso di questo anno e mezzo. Apprezzabilissimo il duro lavoro fatto da Bette Kane (ribattezzata per l’occasione Hawkfire) per rimettersi in sesto dopo il violentissimo attacco subito nei primi numeri.
A dir poco poetico il modo di concludersi del difficile rapporto tra Kate e Maggie vissuto negli ultimi mesi, che ci lascia un amaro in bocca indelebile alla luce degli eventi editoriali successivi (con cui credo di avervi informati fin troppo). Una storia d’amore così ben sviluppata in un fumetto seriale e “d’azione” è davvero difficile da rintracciare in altri story-arc.
La fine di Medusa appare il tassello conclusivo per poter apire una nuova narrazione altrettanto intrigante. E qui i cliffhanger finali del #17 (con il dialogo avvenuto tra il misterioso Bones e Beth Kane) e del #18 (con l’arrivo di un misterioso personaggio) caricano il lettore di aspettative e attese.
Prima di concludere, due rimpianti proprio a causa dell’abbandono di Williams III e Blackman. Il primo riguarda il rapporto con Batman: il Cavaliere Oscuro è ormai in aperta competizione con Batwoman e sarebbe stato interessante vedere il tanto atteso scontro tra i due, che purtroppo, a quanto pare, non ci sarà. Altro rammarico sarà quello di non riuscire bene a capire – per il momento – il legame che unisce Bones a Beth e Kate.
Spero vivamente che i clienti del Bar del fumetto abbiano seguito le vicende di Batwoman e che ne abbiano apprezzato la storia quasi quanto me, perché davvero mai mi è capitato di leggere un fumetto privo di qualsivoglia sbavatura. Se potete, inolte, recuperate la prima saga di Batwoman “Idrologia“, prossimamente in vendita dalla RW Lion a 16,95€. Per il momento è tutto, ci becchiamo alla prossima recensione.