La prima vera "primavera" degli Young Avengers

Verrà il giorno in cui leggeremo ancora fumetti e, vedendo gli omaggi di domani ai comics di oggi, potremo dire di esserci stati, di aver vissuto quella nuova ondata pop che ha cambiato il futuro. Il futuro dei fumetti.

Guardare la Marvel prima dell’avvento del NOW! metteva un pò di tristezza, era un mondo grigio prima che i colori invadessero di nuovo le pagine dei fumetti, i disegni fossero di nuovo fatti perchè si voleva fare arte. In molti hanno trovato una seconda primavera, ma il vento nuovo che più mi ha colpito è stato quello degli Young Avengers

Uno spillato di pochi numeri che però, mensilmente, lascia qualcosa e, soprattutto, da vita a personaggi che forse domani nemmeno più ricorderemo come tanti altri eroi di seconda/terza fascia della Marvel, ma che intanto oggi, come direbbe Warhol, hanno i loro 15 minuti di fama. Fama assolutamente meritata.

Gli autori Kieron Gillen e Jamie McKelvie, già partner nella serie Phonogram, hanno il coraggio di parlare di altro, come fecero qualche anno fa Milligan e Allred su X-Statix ed hanno inoltre la sensibilità per vedere e cogliere atmosfere che, da adulti, non possiamo più comprendere.
Quelle che erano le riflessioni sessuali di Peter Milligan su X-Statix diventano le riflessioni mai banali o ipocrite che Gillen affronta attraverso le parole Wiccan e Hukling. Il coro di questi giovani e dannati supereroi è completo con Noh-Varr (personaggio plasmato da Grant Morrison ispirandosi a David Bowie), un innocente Dio dell’inganno (Kid Loki), Miss America e Kate Bishop (l’amica di quel barbone pop di Becco di Falco).

I temi sono superficiali, si parla degli errori che plasmano gli adolescenti e del grido ribelle delle nuove generazioni contro gli adulti. Vengono così fuori l”aliena‘zione di Noh-Varr, la sessualità di Kate, Wiccan e Hulkling, e la consapevolezza infantile di essere un dio come Loki.

Come in una commedia tutto inizia in modo corale mentre un giovane alieno balla Be My Baby:

http://youtu.be/QzhbGaCwBzs

Mentre Kate vive davvero:

E Mckelvie conclude l’ultimo albo uscito con una perla su Azione di Noh-Varr:
 

Ma questo spillato non si sofferma sul facile, e a volte superficiale, grido adolescenziale. Va oltre. Si chiede se sia giusto criticare e parlare, senza aver vissuto… Hulkling e Wiccan sfidano la morale e le critiche su ciò che è “normale e anomarle”. La loro consapevolezza di sapere che, per un mondo di adulti, l’indifferenza è normalità, è come la morte di quel mondo di cui un uomo dovrebbe andare fiero. Un parte spontanea e, se vogliamo, infantile, fatta di azioni, di voglia di essere vivi e di essere se stessi, senza blocchi o condanne da parte dei propri genitori.

Nasce da questa ribellione, la testata Young Avengers: colorata, mista, anormale, normale, viva e reale. Young Avengers affronta tutto, ma lo fa con una delle più grandi metafore sociali inventate nel XX secolo, quella dei supereroi. Ma qui gli eroi che dovrebbero salvarci sono i primi a doversi salvare, a essere dannati e a essere parte reale di quella gioventù che non sanno difendere, vittime e burattini degli adulti.
Nulla è mai eccessivo, stonato, fazioso, ma solamente oggettivamente adolescienziale…
Trovo che Young Avengers non sia un banale fumetto su un gruppo, ma una vera riflessione sui giovani. Giovani che potremmo essere noi così come quelli che ormai l’adoloscenza l’hanno nascosta sotto una bella barba lunga..  
Sognare non fa mai male. E non temete i colori esistono ancora:

Articolo dedicato a Pampero Bronzetti, artefice del furto bonelliano nei miei confronti, e al neo-fan dell’X-Statix di nome Vincenzo Recupero.
 

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