Nel 1994 ero un piccolo nerd in rampa di lancio. La scoperta di manga come Dragonball o Le Bizzarre Avventure di JoJo non avevano minimamente intaccato l’impegno economico che dedicavo già da qualche tempo ai comics americani. Anzi, proprio in quegli anni, ero stato colto dal tipico raptus da acquisto compulsivo che mi costringeva a spendere soldini per qualsiasi stronzata trovassi in fumetteria. Tra i vari acquisti inconsapevoli di quel periodo, ricordo la piacevole sorpresa dei titoli Valiant (allora distribuiti da Edizioni Play Press): un universo narrativo completamente nuovo, con una sfilza di personaggi ganzi mai visti prima. Se la memoria non mi inganna, il primo fu Turok – Cacciatore di Dinosauri, tra le cui pagine conobbi per la prima volta il personaggio di punta della Valiant: quel singolare guerriero fanta-visigoto che risponde al nome di X-O Manowar. Qualche tempo dopo, venne poi pubblicata una testata interamente dedicata a quest’ultimo e firmata dai già noti Jim Shooter e Bob Layton, che ovviamente, vista la patologia dalla quale ero affetto, comprai al volo.
Più tardi, scoprì che il progetto Valiant – che negli Stati Uniti era iniziato qualche anno prima – consisteva nel creare dei nuovi carismatici character, tutti inseriti in un unico grande universo narrativo e di affidare le relative serie ad autori di alto livello. Nacquero così gli eroi dell’universo Valiant che nel giro di pochissimi anni condussero la stessa casa editrice al terzo posto tra quelle di comics, proprio dietro i colossi Marvel e DC Comics.
Oggi, a più di vent’anni dal suo brillante debutto nel mercato fumettistico internazionale, la Valiant ci riprova, utilizzando il medesimo ambizioso progetto che tanti successi aveva portato nel corso degli anni ’90. Grandi artisti su grandi personaggi, tutti coordinati e finalizzati alla creazione di un nuovo interessante universo narrativo che possa competere con quelli delle grandi major del fumetto. Le prime proposte giunte in Italia (grazie a Panini Comics) sono X-O Manowar, Harbinger (qui la recensione), Bloodshot e Archer & Armstrong; tuttavia è lecito attendersi il prossimo avvento degli altri eroi che hanno fatto grande la casa editrice statunitense.
X-O Manowar, come detto, è stata la testata principale della Valiant in passato, per cui è legittimo aspettarsi molto anche da questa nuova versione a firma di Robert Venditti (The Surrogates) e Cary Nord (Eisner Award per Conan). La trama è ambientata nell’anno 402 D.C. ed è incentrata sul personaggio di Aric di Dacia, principe dei Visigoti e poderoso guerriero a capo dell’unità militare che tenta invano di opporsi alla tirannia dell’impero romano. Aric, tuttavia, si accorge presto che il valore e la tenacia del suo popolo nulla possono contro lo strapotere dell’esercito romano; e, nell’estremo tentativo di salvare la sua famiglia – fatta prigioniera dai legionari – si imbatte in una squadra di esploratori alieni intenta a prelevare schiavi umani da utilizzare nel corso dei lunghi viaggi interstellari. Aric e i suoi uomini vengono dunque fatti prigionieri dai misteriosi visitatori e costretti a lavorare sulla loro astronave per i successivi otto anni. Il tempo però non piega lo spirito guerriero di Aric che, dopo aver osservato con attenzione i propri aguzzini, riesce a guidare una rivolta e ad impadronirsi della potentissima armatura di Shanhara. Nasce così X-O Manowar, un campione invincibile che unisce in sé la fierezza e il coraggio dei guerrieri del passato, con la potenza di una tecnologia talmente eccezionale da essere venerata alla stregua di una divinità.
Esattamente come accade per tutte le altre testate Valiant, anche in X-O Manowar le origini vengono rinarrate, discostandosi dalla precedente versione. Si tratta di una scelta corretta, a mio avviso, che favorisce senz’altro la creatività degli autori, concedendogli maggiore autonomia, sia dal punto di vista narrativo, che da quello grafico. In più, sono stimolato dall’idea di seguire le vicende di un universo narrativo nuovo e distante rispetto a quelli dei comics mainstream.
Ad ogni modo, la storia è davvero ben scritta e, in soli quattro episodi, l’autore riesce a ingenerare una serie di interrogativi che dimostrano una buona costruzione narrativa e aumentano la voglia di seguire il proseguo. I dialoghi, sintetici e asciutti, favoriscono la lettura del racconto, oltre ad adattarsi perfettamente alle caratteristiche spiccatamente action della storia. Il personaggio di Aric, unico al momento ad essere approfondito, emerge grazie al suo carisma, ma anche grazie ai risvolti psicologici legati al ricordo dell’amata Deide. Vedremo quali saranno gli sviluppi, ma certamente fino a questo momento le impressioni non possono che essere assolutamente positive.
Pur trovandolo a tratti un po’ superficiale nella cura dei dettagli, ho comunque apprezzato il lavoro di Cary Nord, che dimostra in questa occasione di non avere difficoltà a passare, in un lampo, da un’ambientazione storica ad una fantascientifica. Il disegnatore canadese regala ritmo e movimento al racconto, grazie ad una tecnica stilistica particolarmente idonea alle scene d’azione, di cui il fumetto è carico. Nelle pagine finali si possono inoltre ammirare le splendide variant cover, tra cui spicca in particolare quella suggestiva di David Aja e la curiosa “cover interattiva” di Jelena Kevic Djurdjevic.
In conclusione, posso dire che si tratta di un discreto albo, che offre un buon fumetto ad un ottimo rapporto qualità prezzo (€ 9,90). Certamente da consigliare ai lettori che amano lo stile comics tradizionale, ma che magari hanno voglia di sperimentare qualcosa di diverso rispetto al canonico binomio DC/Marvel. Probabilmente è presto per dare giudizi, ma ho la sensazione che la Valiant sia (ri)partita col piede giusto.