Dai pregiudizi, si sa, è difficile liberarsi. E io, di pregiudizi negativi, ne avevo. Roba che nemmeno Dom Cobb e tutta la compagnia sarebbero serviti a qualcosa. O comunque, se non erano pregiudizi, erano forti dubbi, per lo meno. Poi mi sono detto “Okay, il numero #700 mi è piaciuto. Vediamo un po’ cosa combina Slott con questa nuova testata”; così vado in fumetteria e compro il primo attesissimo numero di Superior Spider-Man. Mentre leggevo il primo episodio, non facevo altro che pensare a quanto fosse antipatico Ock e che, una testata così, con tutta la buona volontà, non avrei potuto proprio reggerla. Poi si è manifestato Peter Parker. Quello vero. E da quel punto, la testata è diventata più che godibile. Dock Ock è nel corpo di Peter, giovane e vigoroso, lavora per uno dei più importanti centri di ricerca degli Stati Uniti e ha l’opportunità di passare un bel po’ di tempo con una rossa che, diciamo così, ha un suo perché. La lezione sulle responsabilità sì, l’ha imparata. Ma non bene quanto il suo predecessore, a quanto pare. Più che logico, direi, si tratta pur sempre di uno dei più importanti supercriminali di New York. Anzi, riusciamo a trovare, nella figura del nuovo Superior, anche molto egoismo: okay, io faccio ciò che devo fare, ma se posso costruire degli aggeggi che mi semplifichino la vita e che mi permettano di farlo il meno possibile, tanto meglio. A mettere in riga Ock, ci pensa Peter – anche se Dan Slott ci lascia ancora con un forte dubbio: può Ock sentire Peter che gli parla? Pare di no – con il suo solito ottimismo, da cui scaturiscono numerose esilaranti gag.
In sostanza, questo non è l’Uomo-Ragno, e già si sapeva. È, però, una testata che parte molto bene e che ha tutte le potenzialità per continuare meglio. Perché, diciamocela tutta, riesce anche a reggere il confronto con l’universo mutante di Bendis che, in questo momento, è il centro del Marvel NOW. Non avete mai letto l’Uomo-Ragno e volete imparare a conoscere il personaggio? In questo caso, sconsiglio questo mensile: non perché non sia bello in sé e per sé, ma soltanto perché non tratta dell’Uomo-Ragno che da cinquanta anni fa innamorare lettori in tutto il mondo. Potreste, quindi, farvi un’idea sbagliata. Avete una buona conoscenza del Ragno? Consiglio personale, lasciate da parte i pregiudizi e prendete almeno il primo numero. Io non vedo l’ora di leggere il secondo, e non credevo sarebbe successo.
Io, quindi, metto il purismo da parte. Una buona storia è una buona storia e basta e questa credo lo sia (ma poi, quanto diamine è bravo Ryan Stegman?). Pertanto, la leggerò e, se continua così, anche di buon grado. E quando Peter tornerà, perché lo farà, festeggerò insieme agli altri.
Una volta tanto, poi, un plauso alla Panini, che ha fatto le cose per bene: in ogni mensile ci sono ben tre numeri di Superior SM ed uno del Ragno Rosso (intero? A metà?), su cui, per quanto riguarda l’episodio inserito in questo numero, c’è poco da dire: buoni sia i disegni che la sceneggiatura, ma erano talmente poche pagine che non mi sono fatto nessuna idea particolare. Okay e basta.
Piccolo appunto: quando ho visto il Ragno-segnale, ho tremato di paura. Fortuna che non sia stato davvero inserito.