Amici di The Walking Rec, i recenti Emmy Awards lo confermano: è Heisenberg il re della TV. Il creatore di Breaking Bad, Vince Gilligan ha basato la sua serie su un’idea: far si che il protagonista positivo, l’eroe borghese Walter White, diventasse un antieroe, un personaggio che il pubblico disprezzasse. Un protagonista in negativo che è stato la chiave per il successo di Breaking Bad.
House of Cards di Beau Willimon, invece, parte da un presupposto un po’ diverso: il protagonista Frank Underwood, interpretato da un Kevin Spacey in forma smagliante, è un uomo totalmente negativo già dalle prime battute: un cinico calcolatore privo di morale complesso ed affascinante.
Ma cos’è House of Cards?
– La canzone dei Radiohead! –
No, è un political drama ambientato nel dietro le quinte della Casa Bianca (oltre che una canzore dei Radiohead).
– Che palle gli intrighi di palazzo. Tanta politica e niente azione rendono il fan un ragazzo annoiato! –
Ti sbagli, caro fan superficialotto, il ritmo delle puntate è altissimo e le chiusure di episodio sempre efficaci.
– Ma ci sono gli zombies ed i vampiri? –
No.
– …e dei vigilanti mascherati? –
Neanche.
– Almeno si tromba? –
Si. Si tromba.
– Ok, la guardo. –
Non si tratta tuttavia di una serie originale, HoC è infatti ispirata all’omonima miniserie BBC del 1990, mini a sua volta basata sull’omonimo romanzo di Michael Dobbs.
I tempi cambiano, dunque, prima libro, poi mini britannica ed ora serie di successo statunitense prodotta da Netflix, casa di produzione on-demand in grande ascesa, che ha rilasciato l’intera season 1 in streaming online lo scorso febbraio.
– E in Italia? –
Tranquillo, in Italia arriverà in autunno su Mediaset Premium (NdTWR cambio di programma: in arrivo ad aprile 2014 su Sky Atlantic).
La storia prende il via con la nomina di Garrett Walker a Presidente degli Stati Uniti. Il neo presidente Walker, però, commette un grosso (grossissimo) errore: non mantiente la promessa di nominare Frank Underwood segretario di Stato.
Frank, come dicevamo prima, è ‘il peggio’ ed inizierà a tirare i fili dietro le quinte per vendicarsi dell’amministrazione Walker e far ripartire la sua scalata al potere.
– E come fa? Promette di togliere l’IMU sulla prima casa? Fa un videomessaggio alla nazione? Spacca in due il PD? –
No. Ricorre a ricatti, sfrutta amicizie, manovra lobby e divulga notizie ad hoc grazie ad un’ambiziosa giornalista compiacente, Zoe Barnes, interpretata dall’attrice Kate Mara, già vista nel ruolo dell’amante psicopatica nella prima stagione di American Horror Story.
– Potevi anche non specificare fosse psicopatica: in American Horror Story il più equilibrato è uno spirito omicida dall’aldilà. –
Piccola chicca di House of Cards sono i geniali monologhi in cui Spacey infrange la quarta parete.
– E’ un muratore? Non era un politico? –
Imbecille. ‘Rompere la quarta parete’ significa rivolgersi direttamente agli spettatori. Guardati il trailer, che magari capisci pure tu.
Insomma, una serie strepitosa impreziosita dalla regia di un pezzo da novanta come David Fincher (Se7en, Fight Club, The Social Network) nei primi due episodi. Regia che è valsa a Fincher un Emmy Award.
Probabilmente il miglior debutto televisivo del 2013. Imperdibile.
Welcome to Washington!
Leave a Comment