Finita l’estate, torna Devil e i Cavalieri Marvel in edicola e in fumetteria. Torna dunque il premiatissimo Daredevil di Waid/Samnee, Punisher War Zone di Rucka/Di Giandomenico e – ahinoi – torna anche Thunderbolts di Way/Dillon. Quest’ultimo ce lo saremmo evitato volentieri, ma, visto il livello delle prime due serie proposte, lo leggiamo lo stesso; non si sa mai che ci vada di culo e ci facciamo pure quattro risate.
Mai come questa volta mi trovo obbligato a sottolineare l’altissimo livello della serie principale che, proprio in questa occasione, raggiunge il culmine di impatto emotivo finora ammirato sulle pagine di questo “nuovo” Daredevil targato Marvel NOW. L’episodio di Devil mi ha talmente scosso da rendermi malinconico e allegro al tempo stesso, lasciandomi letteralmente a bocca aperta di fronte all’espressione massima del talento narrativo di Waid.
Nelle fauci del nemico – tratto da Daredevil #21
Ma che vi devo dire? Devil di Waid è, attualmente, “il fumetto Marvel”. L’autore –come molti voi sapranno – assume la direzione della serie regolare al culmine del tracollo psicologico e morale di Matt Murdock. Shadowland ha rappresentato, infatti, il punto più basso mai toccato da Matt; un punto talmente basso da imporre a Devil una forzata uscita di scena. Non un compito facile, quindi, quello di Waid, incaricato di narrare il ritorno di Matt dopo che questi si era proclamato il re di Hell’s Kitchen, dopo aver causato la follia della moglie Milla; e soprattutto dopo l’inferno di Shadowland, culminato con la brutale uccisione di Bullseye da parte di un indemoniato Devil.
Non facile – come detto – raccontare il ritorno in scena di Matt, specialmente se ci si mette in testa (come ha fatto Waid) di riportare alla luce un Matt sereno, equilibrato e divertente come non si vedeva da anni. Il rischio era la reazione dei fan più accaniti del Cornetto Rosso: è davvero possibile cancellate tutto il background di Matt e riportarlo a ciò che era prima di tutti gli accadimenti di cui sopra? Si può davvero spazzare via con un colpo di spugna l’inferno che Matt si porta dentro? Certo che no! E questo Waid lo sa bene. Ecco allora che l’autore ci presenta il “nuovo” Devil; brillante, simpatico e apparentemente privo di pensieri. Un Matt capace di indossare magliette con scritto “Non sono Devil” e di tornare ad essere il seduttore di un tempo. Insomma, l’eroe cieco sembra non portare più su di sé il peso degli eventi trascorsi; e ogni sua avventura sembra terminare con la classica risatona di gruppo in pieno stile sit-com anni ’80. Sembra.
Si, perché, nell’ultimo splendido capitolo uscito questa settimana in Italia, dopo una lotta all’ultimo sangue contro il Coyote (nuovo nemico di Devil), succede finalmente l’inaspettato (beh qualcuno se lo aspettava). Mentre Matt e Foggy tirano le somme del nuovo nemico sconfitto e dell’ennesimo caso risolto; proprio quando tutti si aspettano la risatona generale di fine episodio, ecco che il passato torna rapidamente a galla. Ecco che Foggy sbatte in faccia a Matt ogni cosa; ed ecco che scopriamo come nulla sia stato cancellato e come, al contrario, tutto sia ancora vivo e pulsante nella mente dell’avvocato di Hell’s Kitchen. Il passato non si cancella. Si può provare solo a porre rimedio ai danni collaterali che le scellerate azioni di Matt hanno prodotto.
Il mio giudizio non può dunque che essere entusiastico. Questa serie è indiscutibilmente una perla rara nella, pur ottima, storia editoriale di Daredevil. Dal sorriso, Waid passa in un istante al dramma, senza che il lettore abbia mai modo di aspettarselo. Samnee, dal canto suo, illustra magistralmente le storie, fornendo un comparto grafico a metà tra il classico e l’innovativo. Come vi ho detto millemila volte, questa è una run da avere! Non importa se vi piaccia o meno il Diavolo. Questa serie è di gran lunga la migliore attualmente in circolazione.
Un ultimo cenno lo merita il finale della storia, nel quale Waid torna di nuovo improvvisamente al comico. L’attuale ragazza di Matt, procuratore distrettuale di New York, preoccupata a causa della salute mentale di quest’ultimo, decide di rivolgersi all’Uomo Ragno e di chiedergli aiuto. La replica di Spidey è tutto un programma e lascia visibilmente interdetta la donna. Sarà forse che l’Uomo Ragno non è più quello che conoscevamo? La risposta nel prossimo imperdibile episodio.
Punisher War Zone #4 (su 5)
Continua anche la miniserie Punisher War Zone, giunta qui al penultimo episodio. Rucka dà finalmente un taglio alla serie di scontri uno contro uno tra Castle e i singoli Avengers, passando (forse un po’ in ritardo) al nodo centrale della storia. Il sergente del Corpo dei Marines Cole-Alves sta per essere condannata per reati che non ha commesso, mentre Frank Castle riappare in città, determinato a far evadere la sua ex partner. Nel frattempo, i Vendicatori, aspettandosi l’arrivo del Punitore, si preparano a mettere un punto definitivo alla lunga striscia di sangue che Frank si trascina dietro.
Contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, l’esito della battaglia è tutt’altro che scontato. Se è vero che gli Avengers possono contare sulla superiorità numerica, su enormi poteri e su mezzi economici praticamente illimitati, è altrettanto vero che non è facile aver a che fare con un predatore naturale come Frank Castle. Rucka è bravissimo a rendere l’idea della pericolosità del personaggio attraverso le parole della Vedova Nera. Castle si muove nell’ombra, mimetizzandosi tra la gente e colpendo implacabilmente al momento opportuno. In più, la versione del Punitore offerta da Di Giandomenico è accattivante, oltre che decisamente convincente.
Sempre a proposito del disegnatore italiano, va evidenziato l’ottimo lavoro realizzato sulle tavole dedicate a Cap e Logan. Colpisce in particolare la durezza dei volti, accompagnata da una marcata espressività. Anche il ragno risulta convincente, sia nelle posture, che nelle movenze (particolare non da poco). Si tratta di una importante conferma per Di Giandomenico, che dimostra una costante crescita stilistica e artistica.
A prescindere da quello che sarà il finale, ho apprezzato comunque l’originalità con cui è stata trasformata una trama apparentemente banale e priva di spunti di particolare interesse, in una storia dal buon ritmo e quasi mai noiosa. Mi aspetto naturalmente un finale all’altezza, che dia nuova linfa ai protagonisti della testata. Tra un mese, in ogni caso, tireremo le somme.
Controffensiva – tratto da Thunderbolts #4
Ed eccoci arrivati all’angolo dell’A-Team di casa Marvel. Un episodio, quello di questo mese, dedicato ad una retrospettiva sul Generale Awa, triste dittatore dello Stato Libero di Bananas. I Thundebolts, senza troppe spiegazioni, decidono di spodestarne il regime e, tra una battutina zozza di qua e un’uccisone a sangue freddo di là, scorre senza alcuna emozione anche questo inutile episodio. Si tratta – ormai credo – della peggiore serie di questo Marvel Now. Dopo il Ghostina Rider, non potevo aspettarmi di peggio..
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