Autori: Robert Kirkman (testi), Cory Walker (disegni)
Casa Editrice: PaniniComics
Provenienza: USA
Prezzo: € 13,00, 17 x 26, pp. circa 150, col.
Captain America sarà forse il più ganzo e famoso tra i supereroi reduci dalla Seconda Guerra Mondiale, ma di certo non è l’unico. Mentre Cap, la Torcia Umana e Sub-Mariner combattevano i nazisti in prima linea, Kevin “Keen” Marlow, alias The Destroyer, infliggeva duri colpi al Terzo Reich, insinuandosi tra le linee nemiche e spaccando culi, manco fosse uno dei simpatici burloni di Bastardi senza Gloria. Robert Kirkman e Cory Walker reintroducono il personaggio come se le storie di quest’ultimo non si fossero mai interrotte. Quasi obbligata la scelta della linea editoriale MAX per ospitare questa miniserie di cinque numeri, vista la quantità di violenza grafica e di contenuti per adulti presenti.
Un ormai anziano e debilitato Marlow, dopo 60 anni di carriera da supereroe, apprende di essere vicino alla morte. Il cuore che ha sempre dimostrato di avere in tutte le sue sanguinose battaglie ha deciso di abbandonarlo; e a Keen non rimane che tirare le somme di una vita vissuta al limite delle proprie possibilità psicofisiche. Marlow ha paura delle inevitabili ripercussioni che la sua lunga carriera potrebbe avere sui suoi affetti più cari; teme che i tanti nemici incontrati sul suo cammino possano decidere di vendicarsi con la sua famiglia quando lui non ci sarà più. Decide così di eliminare il maggior numero possibile di supercriminali prima che giunga la sua ora; anche se questo potrebbe significare accelerare di molto l’inevitabile momento.
Partiamo dal presupposto che raccontare questa storia non è affatto facile. Il racconto, scritto e pubblicato nel 2009, narra le gesta di un personaggio che non si vedeva in circolazione da oltre trent’anni; e che, dunque, non gode di alcuna notorietà tra i principali fruitori della collana MAX. Come se non bastasse, poi, l’autore decide di raccontare le ultime battute di una vita vissuta al massimo, in una sorta di celebrazione tra passato e presente. Il risultato però non è del tutto soddisfacente.
Lo stile narrativo, come spesso accade con Kirkman, è estremamente semplificato, il dialogo spiritoso e l’azione si articola in ampie e rapide sequenze di lotta. La storia si dipana attraverso le bizzarre battaglie di Destroyer, intervallate dai momenti di quotidianità di Marlow insieme a familiari o vecchi amici. L’autore riesce discretamente bene nel tentativo di presentare Destroyer come un personaggio noto al grande pubblico; un po’ come se questo fosse l’ultimo capitolo di una serie durata decenni.
Il difetto più evidente della miniserie è la stridente incompatibilità tra premesse e sviluppo. Insomma, a prescindere dal taglio che Kirkman intendesse dare al racconto, si tratta pur sempre di un eroe che sta per morire e che è costretto a guardarsi indietro e a valutare, con la saggezza degli anni, i tanti errori commessi in passato. Intendiamoci, non cerco necessariamente tematiche profonde, ma ho sentito la necessità, come lettore, di ricevere qualcosa in più rispetto all’approccio superficiale della storia. Il punto non è la mancanza di sottotesto o di chissà quale carico introspettivo, quanto semplicemente la carenza di un adeguato approfondimento del personaggio principale e di alcuni comprimari.
A prescindere dalle mie opinioni personali, ci tengo comunque a sottolineare che la storia gode di ottimo ritmo e che la sua lettura risulta comunque semplice e – a tratti – piacevole. Chi si aspetta una storia alla The Walking Dead, fa bene a stare lontano da questo volume; mentre chi ricerca delle atmosfere più simili a Invincible o Battle Pope, non ne rimarrà quasi certamente deluso.
Sotto l’aspetto grafico, Cory Walker ripropone il suo inconfondibile tratto alla Invincible. Le tavole sono caratterizzate da linee semplici ed essenziali, discretamente completate e approfondite dall’attenta colorazione ad opera di Val Staples. Non c’è alcuna cura per il dettaglio; ma questa non è di per sé una grave carenza. Ciò che non convince – a mio avviso – è proprio lo stile di Walker impiegato per un racconto di questo tipo. Mi sarei aspettato (e avrei preferito) un tratto più sporco e cupo, come quello utilizzato nelle pregevoli cover di Jason Pearson. La sensazione è che lo stile di Walker poco si adatti ad un racconto della linea MAX e più in generale a storie dal gusto decisamente agrodolce.
L’albo della Panini è infine impreziosito da un breve racconto commemorativo su Destroyer oringinale, sempre pubblicato nel 2009, in occasione del 70° anniversario della Timely. La storia, scritta da John Arcudi e disegnata da Steve Ellis, pur non brillando sotto alcun profilo particolare, rappresenta un tassello in più per approfondire la conoscenza di questo singolare personaggio.
In definitiva, come avrete capito, non sono andato esattamente in brodo di giuggiole durante la lettura di Destroyer, ma, a prescindere dai miei gusti personali, non posso esimermi dal sottolineare anche gli aspetti positivi che questa miniserie porta con sé. Si tratta di una storia senza molte pretese sul piano narrativo, ma con una spiccata vena ironica e autoironica. Un racconto che lascia più spazio all’azione e al dialogo fuori dalle righe, a discapito dell’approfondimento e della caratterizzazione dei personaggi. Se questa è una cosa positiva oppure negativa lo lascio decidere a voi.
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