World War Z – recensione

1) ZOMBIE MOVIE

Partiamo da un presupposto chiaro e onesto: reputo gli zombie le creature cinematografiche più brutte mai create. Riconosco la loro importanza nella storia del cinema horror e la loro attinenza alla realtà oggi più che mai, ma non li reputo affascinanti. Per niente. E le uniche due pellicole sull’argomento che ho apprezzato sono state La Notte dei Morti Viventi di George A. Romero e Zombi II di Lucio Fulci. Per il resto è quasi sempre materiale già visto che inciampa in una serializzazione giusta per il marketing ma disonesta per il pubblico; perchè il filone degli zombie rappresenta ormai una miniera d’oro e una uscita di sicurezza per un cinema sempre più specializzato in ricerche di mercato.

2) DISASTER MOVIE

Pellicole dalla qualità altalenate che anticipano un futuro catastrofico. Uno dei più grandi apripista del genere è stato Hitchcock con Gli Uccelli mentre oggi il maggiore esponente del genere è Emmerich; un abituè della distruzione di New York – peggio persino di Bin Laden – e Dio ce ne scampi.

3) IDEA ORIGINALE

L’idea alla base di WWZ è trata da un romanzo brillante scritto dal figlio di Mel Brooks. L’originalità della narrativa è la tecnica usata e cioè quella dell’intervista. La storia prende vita grazie ad un collage di pareri e discussioni di personaggi che hanno vissuto in prima persona la guerra totale contro gli zombie. Libro non solo innovativo ma interessante, anche.

4) Brad Pitt attore-serio

Che non è bravo quanto quello cazzone ma ci piace lo stesso.
= WORLD WAR Z = SOLDI.
Proponendo una nuova chiave di lettura di un genere saturo e noleggiando da un romanzo l’idea dell’elemento orrorifico, i presupposti per un buon blockbuster sono stati rispettati. Ma ne è valsa la pena? Sì, se non ci fossero stati altri due elementi nel conteggio.

5) Damon Lindelof

La sceneggiatura tratta dal romanzo è stata scritta a sei mani: Drew Goddard e Matthew Micahel Carnahan e il signore che da il titolo alla didascalia. Ora, che un film di questo tipo non debba avere una scrittura perfetta è normale e posso sorvolare su questo, ma non dev’essere necessariamente stupida. Nel senso che non dovrebbe rendere lo spettatore un inetto: e come? Attraverso trovate che trasformano in uno scempio nel finale il buon sviluppo del film. Tipo: deus ex machina ridicolo per la caratterizzazione che si è voluta dare alla pellicola.

6) Brad Pitt personaggio

Come attore funziona e fa un lavoro discreto nonostante i suoi capelli da nostalgico degli anni ’90. Ma il personaggio che interpreta, non è colpa sua, è un McGyver di noialtri trasformato ad hoc a risolutore finale. Lancia una bomba in un aereo, combatte orde di mostri, riesce a portare sfiga persino a Gerusalemme, e beve una Pepsi per bullarsi della sua illuminazione finale degna del miglior Dott. House. “Che uomo, Fabio” direbbe Bergomi.

Ed infatti il prodotto è stato calibrato molto bene all’inizio attraverso una repentina immersione dello spettatore nell’orrore; il problema è che una volta entrato, poi, è stato un susseguirsi di viaggi da nazione in nazione veloci e sommari. Il tutto funzionale ad una finta etica del film di dimostrare come non siano solo gli USA i principali attori del bene e del male nel mondo. Ma anche in questo caso, la pellicola soffre di quei caratteristici luoghi comuni occidentali: la pandemia proviene dall’oriente, ad esempio. A legare il tutto la regia di Marc Forster riabilitato dopo la faida lanciata sulla sua testa dai fan di James Bond dopo l’orrendo Quantum of Solace; una direzione ipercinetica e a volte confusa, come è giusto che sia. Gli effetti speciali soffrono di un disorientamento della telecamera; ben riusciti invece i make up forse un po’ meno le comparse, che sembrano malati di Parkinson.

Come ho già accennato il film inizia bene, si svolge discretamente per poi fallire nel finale. O meglio perdere quella bella carica emotiva regalataci nella prima parte. Perchè una pellicola che scuote lo spettatore con una lavorazione visiva carica di tensione, ansia e angoscia non può lasciarsi sfuggire in una rivelazione finale ridicola e che trasforma il tutto in un action movie di poca intelligenza. Peccato perchè alla CocaCola ho sempre preferito la Pepsi.

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