Marvel CinematicUniverse Phase 1: THOR – recensione

Salve BardelFumetto! Non so se vi ricordate di me, ma un po’ di tempo fa avevo postato le recensioni dei primi 3 film del Marvel Cinematic Universe, i due Iron Man e L’Incredibile Hulk. Putroppo è iniziato il periodo delle verifiche e non ho potuto fare una recensione a settimana come avrei voluto, quindi mi scuso per questo ritardo di tre mesi. 

Io ho ancora voglia, quindi continuerò a proporvi recensione, da Thor a Cap a The Avengers, per finire con il riepilogo della Fase 1 e il film di apertura della Fase 2, Iron Man 3.
Buona lettura

Introduzione

A scuola, quando viene il momento di studiare le mitologie e le religioni antiche, si studiano gli dei dell’Olimpo della Grecia o al massimo (alle elementari) quelli dell’Egitto.
Quando alla neonata Marvel vollero degli dei tra le fila dei supereroi, per Stan Lee sarebbe stato troppo facile andare in Grecia e mettere Ercole di fianco a Iron Man. Sarebbe stato troppo scontato.
A quel pozzo di fantasia che era la mente di Stan venne l’idea di andare a pescare dei “nuovi”. Che non abitassero nelle zone del Mediterraneo come di solito. Stan non andò sul monte Olimpo, andò ad ASGARD. Prese le storie degli sconosciuti dei nordici, li “rubò” e plasmò le loro psicologie ai fini dell’Universo Marvel. Iniziano ad albergare a New York e sulla Terra quindi personaggi come i 3 guerrieri, Lady Sif, Loki e soprattutto Thor, il dio del tuono. Il FAMOSISSIMO dio del tuono delle leggende nordiche (così famoso che se non fosse apparso nei fumetti probabilmente non l’avremmo mai conosciuto).
Ironie facili a parte, Thor è stato uno dei primi personaggi, un Vendicatore e un soggetto di successo commerciale, per via della sua originalità nell’apparire e nel parlare (in modo shakespeariano), e come potevano gli Studios della Marvel non portarlo sullo schermo?

Trama

Ad Asgard, dimora degli dei, ci si prepara per l’incoronazione di Thor, figlio di Odino padre di tutti gli dei. Un intrusione di un popolo nemico fa andare su tutte le furie il dio del tuono che, preso da una rabbia cieca, inizia ad attaccare il mondo da cui provengono gli invasori. Per una tale dimostrazione di immaturità, Odino caccerà Thor sulla Terra aspettandosi che maturi. Intanto Loki, fratell(astr)o di Thor, trama per la corona e la disfatta di suo fratello…

Recensione

“Un re saggio non insegue mai la guerra, ma dev’essere pronto ad affrontarla”

Ho iniziato ad avvicinarmi a Thor solo di recente, leggendo la conclusione del ciclo di J.M. Straczynski con i disegni di Marko Djurdjevic, ossia i tre Prometeo di Latveria e i quattro numeri precedenti. Tralasciando le scene d’azione e i disegni davvero ispirati, ho molto apprezzato i dialoghi genuini e le reazioni umane a metà tra il realistico e la prosa (le scene con Balder e Bill sono le migliori). Questi sono i fattori che sicuramente hanno cercato di trasportare nel film del 2011, la triade prosa, scenografie ispirate (stiamo pur sempre parlando di un altro mondo) e azione quel tanto che basta. Ma come avete potuto notare ho cercato di recensire astenendomi con un paragone con il fumetto (solo in Hulk ho usato il fumetto, ma per l’approfondimento psicologico) perché voglio recensire i film in quanto tali.
Quindi gettiamoci a capofitto nel film.

Prosa: è ovvio che se devi fare un film con atmosfere shakespeariane vai a prendere qualcuno che di Shakespeare se ne intende. E chi se non Kenneth Branagh poteva essere più adatto a questo ruolo?
Il regista britannico da il meglio di sé nelle scene di dialogo e la sua mano è evidente. Per esempio, la scena dell’esilio di Thor sarebbe da incorniciare, sembra uscita da una tragedia di Shakespeare sul rapporto padre/figlio. Ottima scelta Studios. E poi Anthony Hopkins è un ottimo Odino, capace di dare dramma ad ogni parola che pronuncia.
Scenografie: Asgard è spettacolare da vedere, la prima volta che appare ti perdi nella bellezza della ricostruzione e nella luce abbagliante che i palazzi emanano.

Azione: No, qui non ci siamo. Kenneth Branagh potrà essere bravo quel che volete con le scene di dialogo e la prosa, ma non è un regista fatto per le scene d’azione. Le battaglie sono in assoluto le peggiori di tutto l’Universo Marvel finora (e anche con i due film successivi). Mi dispiace ma non si può avere tutto. Sono velocizzate in momenti a caso e quando i protagonisti combattono sembrano mossi da movimenti spastici, il punto di vista cambia in modo strano e talvolta un po’ fastidioso (cioè io non lo posso vedere Thor che mi sfreccia con il martello davanti, almeno dammi una visione generale che comprenda anche Asgard). Bisogna però ammettere che il modo con qui si muovono i personaggi da un mondo all’altro (con il ponte dell’arcobaleno… sì, nuovi fan, avete letto bene) è davvero ben realizzato e “epico” in un certo senso.

Altra cosa che decisamente non funziona è il soggiorno sulla Terra. Thor attacca i giganti di ghiaccio la sera in cui Iron Man rimane alla sua villa a Malibu a vedere i filmati del padre, Odino lo caccia la mattina dopo, Thor passa la prima sera sulla Terra mentre Iron Man combatte contro Whisplash e la sera dopo è già su Asgard a combattere Loki. Insomma, tutta la vicenda del film si svolge in due giorni. Sono decisamente troppo pochi, non puoi fare evolvere la psicologia di un personaggio così radicalmente in così poco tempo quando sarebbero serviti almeno 2 anni.
Thor passa subito da arrogante monarca a nobile eroe e il film non ci permette di capire neanche come questo cambiamento accada, tra l’altro mettendoci in mezzo anche una forzatissima relazione sentimentale con la scienziata Jane Foster. È una sequela di avvenimenti troppo schiacciata, tra amore e redenzione e, soprattutto, pesa il fatto che questo non solo sia il film di Thor, ma anche un film dell’Universo Marvel. Se il primo Iron Man inaugurava questo Universo solo alla fine de L’Incredibile Hulk si lasciava andare solo con un cameo finito tutto, questo film è pregno a rimandi all’Universo condiviso, perché lo S.H.I.E.L.D. fa quasi da secondo protagonista. Stessa cosa avvenuta per certi versi con Iron Man 2, ma quello era un sequel, le origini erano state narrate e si aveva un po’ più di libertà. Qui la cosa è esasperata e siamo ancora al film delle origini.
Per dirla in parole povere: troppa carne al fuoco lasciata cuocere per troppo poco tempo.

Ovviamente ci sono anche motivi che ci frenano dallo strapparci i capelli guardando questo film. Il primo sono le musiche di Patrick Doyle, azzeccate (almeno per quello che il film voleva essere), ed evocative. Una colonna sonora da sogno. Il secondo motivo è il villain: Loki è sicuramente il miglior cattivo mai apparso nei film Marvel. Sfaccettato, in lotta più con sé stesso che con Thor e Odino, ambiguo e subdolo come un dio dell’inganno dovrebbe essere, ma soprattutto empatico, cosa assolutamente nuova. Insomma, chi si sarà mai immedesimato in Abominio o in quello stronzo di Obadaiah Stane? Tom Hiddleston riesce a dare umanità a un dio ma anche la sua giusta dose di cattiveria.

Per quanto riguarda gli altri attori niente di speciale, Hemsworth è un buon Thor ma non quanto Downey è un buon Iron Man e Natalie Portman sembra un po’ sprecata. Il punto è che su gli altri personaggi non ho nulla da dire, a loro è dedicato pochissimo spazio e di conseguenza un approfondimento psicologico pari a zero

Note: con l’introduzione di Asgard e dei Nove Regni quello della Marvel è a tutti gli effetti un “Universo”, e con la scena dopo i titoli di coda la strada per il crossover è sempre più spianata…

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