Rorschach rappresenta uno dei punti di forza di Watchmen, un personaggio accattivante non solo per il look e la maschera ma, soprattutto, per la sua violenta ed inarrestabile crociata contro l’immoralità. Alan Moore ha, infatti, dato una fortissima caratterizzazione a Rorschach/Walter Kovacs, un personaggio che non conosce le mezze misure, un integralista per cui é tutto bianco o nero come la sua maschera. Le sfumature di grigio (tanto care alle casalinghe disperate di oggi) non sono contemplate nel suo diario!
Sul solco tracciato dal maestro Moore si é mosso l’affiatato duo Brian Azzarello/Lee Bermejo, di nuovo in coppia dopo la graphic novel Joker. Lo sceneggiatore di 100 Bullets, naturalmente, si é da subito dimostrato a suo agio con uno dei personaggi più hard boiled del comic made in USA, raccontando un periodo chiave della vita di Walter: i giorni che precedono l’approvazione del decreto Keene che metterà fuorilegge i vigilanti in maschera. Nei quattro albi che compongono la miniserie, Rorschach si dividerà tra la lotta alla gang di Rawhead, un gigantesco ex-militare sfigurato vestito come Tony Manero, e la serpeggiante minaccia del Bardo, un serial killer che uccide giovani donne incidendo inquietanti e deliranti messaggi sui corpi delle vittime.
La violenta crociata di Rorscach condurrà fino ad un epilogo molto ben orchestrato che raggiungerà il suo climax nella notte dell’11 luglio 1977, la notte in cui Rorschach commise il suo “ultimo errore”, la notte da cui decise che non avrebbe più sbagliato.
Grande merito della buona resa di questa mini va a Lee Bermejo, strepitoso disegnatore (e talvolta anche validissimo sceneggiatore, vedi Batman Natale) in continua incredibile crescita. Non dimentichiamo però che, se i disegni di Bermejo sono così d’impatto e le luci al neon della Grande Mela marcia di fine anni ’70 sono così pulsanti, é anche grazie ai colori dell’italiana Barbara Ciardo. Il risultato del lavoro dei due é semplicemente una meraviglia. Insomma un comparto grafico da 9.
Geniale peraltro risulta la continua presenza di figure che ricordano macchie di Roschach in un gran numero di tavole: schizzi di sangue sul bancone di una tavola calda su cui é riflesso il volto di Walter (oltre alla macchia di sangue su un uovo strapazzato identica a quella dello storico smile di Watchmen), la trama della suola di una scarpa che sfonda una porta o ancora l’ombra dello stesso Rorschach che fa a botte con lo sventurato di turno.
Dicevo delle chicche grafiche presenti nelle copertine ed in alcune tavole e, a proposito di chicche, é sicuramente degno di nota l’incontro tra Rorschach e Travis Bickle, il Taxi Driver interpetato da Robert De Niro nel film di Scorsese. Guardate un po’:
La scelta del tassista ex-marine newyorkese non é casuale. Travis e Walter, infatti, hanno parecchi punti in comune: paranoici, violenti, con un complicato (non) rapporto col sesso femminile ma, soprattutto, ossessionati e disgustati dal degrado della società che li circonda.
In conclusione Rorschach di Azzarello/Bermejo si rivela una miniserie godibilissima oltre che disegnata in maniera egregia, il fugace e piacevole ritorno di uno dei personaggi più amati del fumetto dell’ultimo trentennio.
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