KIMAGURE ORANGE ROAD di Izumi Matsumoto

Tornare indietro nel tempo è possbile: l’ho scoperto proprio oggi, dopo tanta attesa. Finalmente uno dei miei primi manga è tornato tra le mani, in una veste grafica rinnovata, curata, sorprendentemente giapponese, con una traduzione molto più fedele all’originale. Sto parlando di KIMAGURE ORANGE ROAD. La capricciosa strada delle arance, di Izumi Matsumoto.

Nel 1992 ero ancora uno sbarbato ragazzino appassionato di fumetti Marvel, innamorato dei Fantastici quattro di Byrne, del Devil nel meraviglioso ciclo BORN AGAIN di Miller-Mazzucchelli, dell’uomo Ragno e degli X Men e di Alan Ford (il mio primo amore), e dei manga conoscevo poco o niente. Ma come tutti i ragazzi della mia età (E sono già a 36 primavere), ho speso interminabili pomeriggi tra MAZINGA, fino ad arrivare al MISTERO DELLA PIETRA AZZURRA, non perdendomi una sola puntata di nessun cartone animato tra quelle che sono passate in televisione. Olter a questo affermo con orgoglio di essere un vero Hokuto maniaco, ma devo dire che quell’autunno del 1992 fu una vera epifania stringere tra le mani quel primo manga della STAR COMICS. La copertina ritraeva tutti e tre i protagonisti e recava la dicitura  – DALLA SERIE TV È QUASI MAGIA JHONNY – giusto per far capire al pubblico, praticamente neofita di pubblicazioni giapponesi (a parte il lodevole sforzo della Granata Press), di cosa si stesse parlando.

Come ho detto sono stato un divoratore di cartoni animati giapponesi e tra questi, appunto, È QUASI MAGIA JOHNNY,  ha sempre avuto un posto speciale nel mio cuore. E questo nonostante la deprimente sigla di Cristina D’Avena, la traduzione italianizzante e  impropria dei nomi dei personaggi (Jhonny – Kyosuke; Sabrina – Madoka; Tinetta – Hikaru e via dicendo), i tagli e le censure ridicole che ha dovuto subire la serie. KOR (l’acronimo di Kimagure Orange Road), è la storia d’amore che avrei voluto vivere io. E diventa davvero una cosa secondaria il fatto che Kyosuke abbia poteri ESP come le sorelle la cugina e il nonno. Il triangolo amoroso suscita ilarità per le situazioni equivoche e talvolta ingenue che si vengono a creare. L’ingenuità di Kyosuke, la spontaneità allegra e spensierata di Hikaru, la misteriosa aura di sensualità di Madoka. Il rapporto di amicizia/amore che lega i tre protagonisti lascia ben sperare i lettori nuovi che si andranno ad affacciare verso questo  fumetto (e chiamarlo così mi sembra persin riduttivo).

Kyosuke Kasuga, studente delle medie si trasferisce in città con tutta la famiglia. Per lui si tratta del settimo trasferimento, in quanto lui e le sue due sorelline gemelle, Kurumi e Manami, sono dotati di poteri ESP. Possono spostare oggetti, teletrasportarsi, acuire i propri sensi e spesso e volentieri, sono stati costretti a cambiare città per impedire che le persone possano scoprire i loro poteri. A parte questo Kyosuke è un ragazzo normale, per bene, ingenuo, ancora inesperto di tante cose, e appena arrivato in città fa l’incontro della sua vita. In cima ad una scalinata incontra una meravigliosa ragazza e se ne innamora perdutamente… Scoprirà poi come la ragazza in questione sia una sua compagna di classe e che tutti la considerino una teppista, sia lei, sia la sua amica Hikaru, che per puro caso andrà a sbattere in Kyosuke più volte, fino ad innamorarsi perdutamente. Da qui, e da una serie di equivoci, nasce un simpatico triangolo Kyosuke-Hikaru-Madoka, che accompagna il lettore per tutte le 340 e passa pagine del primo volume. Nascono anche le domande: Kyosuke si deciderà a rivelare il suo amore a Madoka? Madoka cosa farà per non allontanarsi da HIkaru? È veramente innamorata del suo compagno di classe? Sono cose che già conosco in effetti e poi non voglio dilungarmi troppo sui contenuti, per non rovinare nessuna delle sorprese che si andranno mano a mano a scoprire. Voglio solo dire che ritrovarmi tra le mani un prodotto che mi ha fatto sentire il calore dell’estate e che mi riportato indietro, quando per innamorarmi semplicemente mi bastava sognare di farlo, che avrei voluto anche io avere i poteri di Kyosuke, o una compagna di scuola come Madoka, e l’attesa da un mese all’altro, come se fosse quella la cosa più importante della mia vita (bollette e lavoro e problemi veri sarebbero arrivati più tardi), mi ha fatto bene al cuore e spero che farà lo stesso effetto sia a i nuovi, sia ai vecchi!

Lo stile di Matsumoto ha in sé dell’incredibile. Parte quasi in sordina, con un tratto essenziale, ben lontano dallo stile particolareggiato e retinato di un alto grande dei manga,  ovvero Masakatsu Katsura (anche se aiutato dai suoi collaboratori), e poi, piano si raffina, si modifica, cresce, così come crescono i personaggi, diventando più adulti, più consapevoli dei loro sentimenti, fino ad arrivare a mettere in discussione la loro felicità, pur di non deludere gli altri (un lato del comune senso della moralità giapponese: il sacrificio di sé stessi in favore del resto della comunità). Le ombreggiature si andranno ad ispessire e sostanzialmente già dal secondo volume si potrà vedere un notevole miglioramento stilistico. Non vedo l’ora che esca il secondo. So già come andrà a finire, ma questo non vuol dire che non sia bello aspettare.

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