L'ANGOLO DI TROLLO: Le Iene VS Giappo-stronzi

Mai il Trollo avrebbe pensato in vita sua di prendere le difese della trasmissione Le Iene, uno dei programmi più pressapochisti, superficiali e stupidamente scandalistici della televisione italiana. Ma le reazioni scomposte dei giappominchia invasati rispetto al servizio (pressapochista, superficiale e stupidamente scandalistico) andato in onda appunto nel corso della predetta trashmissione, ha costretto il suddetto Trollo ad affrontare – suo malgrado – l’annosa questione.

La iena Nadia Toffa, recatasi in Giappone, ha realizzato infatti un servizio che analizza l’innegabile insana passione dei giapponesi nei confronti delle giovani adolescenti e i risvolti materiali che tale passione produce sul mercato nipponico e sui suoi fruitori. Da qui la giornalista si spinge ad una riflessione che riguarda le differenze culturali e morali tra noi e il popolo del Sol levante, proprio con riferimento al tema della pedo-pornografia.

La Toffa, simpatica come una secchiata di olio bollente in piena faccia, inizia parlando di manga e anime, salvo poi in realtà trattare tutt’altro argomento. L’intollerabile giornalista, infatti, nomina sì i fumetti e cartoni animati giapponesi, ma unicamente come pretesto per ottenere maggiore attenzione e viralità. Il servizio, viceversa, è incentrato principlamente su altri fenomeni nipponici di dubbio gusto, tra cui troviamo l’hentai (genere di fumetto o anime pornografico), le maid/idol (troiette pucciose e danzanti) e le bambole in silicone per uso sessuale che raffigurano ragazzine appena adolescenti. Tutte indiscutibili manifestazioni di quella insana inclinazione del giapponese medio verso l’età preadolescenziale e la scoperta della sessualità. 

Ebbene, di fronte alla semplice enunciazione di questa ovvietà etico-culturale, la reazione dell’internet-marmaglia è stata la solita, becera e insulsa manifestazione di ignoranza ed estremismo. Appena pochi minuti dopo la messa in onda del discutibile servizio, orde di giappominchionidi imbufaliti si sono riversati sul web per manifestare tutto il proprio sdegno per il servizio in questione e tutto il proprio disgusto per chi lo ha confezionato. Numerose le pagine web che in cambio dei soliti clik facili hanno allestito fotomontaggi e meme idioti per scerditare e scontornare il senso di un reportage, sì superficialmente collazionato, ma certamente non bugiardo nel messaggio che intendeva trasmettere.

E’ così che ogni scusa diventa buona per tentare di minare la veridicità del tema centrale che – almeno a mio parere – è apparso come tendente alla riflessione, piuttosto che gratuitamente offensivo. L’infelice premessa della Toffa (“..ma manga vuol anche dire sesso, cioè cartoni porno. E porno in giappone vuol dire anche dire bambine“) viene quindi utilizzata in modo biecamente strumentale dai giappopene infuriati per sottolineare la scarsa preparazione della giornalista che – secondo loro – non conoscerebbe il significato della parola manga; quando evidentemente la stessa Toffa non si riferisce al significato della parola manga, quanto piuttosto a un collegamento che a volte può nascere tra fumetto giapponese e pedofilia.

La realtà è che una fortissima relazione tra sessualità e attrazione verso le giovanissime, in Giappone esiste. E chiunque di noi abbia avuto modo di approfondire un tantino di più la cultura nipponica questo lo sa bene. Già tempo fa, il geniale Trollo aveva parlato del degradante fenomeno delle maid (QUI), evidenziando quanto fosse gravemente lesivo della dignità femminile e pericolosamente mercificatorio. Ma le maid o le idol non sono certo la sola cartina al tornasole di questa inquietante propensione dei maschi giapponesi verso le ragazzine. Fumetti e anime (non tutti ovviamente) sono stati e saranno sempre veicolo di diffusione di quelli che sono usi, costumi e, perché no, devianze tipiche del popolo d’origine; e chiunque di noi abbia letto o guardato questo genere di prodotti ne ha percepito la disturbante presenza.

Parlare di un argomento vuol dire sdoganarlo. Significa provare a tirar fuori le persone dalle proprie convinzioni e mostare quella che è un’altra faccia della stessa medaglia. Solo per il fatto di averci portato ad un dibattito, ad una riflessione, il mediocre servizio della Toffa ha già raggiuto il suo obiettivo, ha già esaurito il suo scopo. Un servizio che non mortifica il Giappone, la sua tradizione, i suoi prodotti o la sua millenaria cultura, ma si limita a porre l’accento su una inclinazione grave e pericolosa di parte dei suoi abitanti. Incazzarsi con la Le Iene per questo servizio, equivale ad offendersi con Discovery Channel se parla di Mafia o di corruzione in Italia. Negare l’esistenza di una diffusa piaga sociale è davvero da stronzi e da ignoranti, per non dire da collusi.   

Sono certo che tanti giappocazzoni indignati non hanno neppure perso tempo a guardare tutto il servizio della Toffa e si sono invece catapultati sui social, armati dei loro vestitini da pokemon e delle loro fascette di naruto, per manifestare tutto il loro dissenso contro chi si permette di parlare della cultura giapponese senza avere quintali di tank?bon imbustati in libreria. Ma andate a cagare voi e la vostra insana necessità di sentirvi uniti sotto una sola bandiera. Non è difendendo a spada tratta ciò che neppure conoscete che riuscirete a sentirvi meno disagiati e soli. Lungi dal Trollo fare populismo da due soldi, ma la pedofilia, la devianza sessuale a discapito di chi non può discernere, è la cosa più crudele e disgustosa che ci possa essere; ed è dovere di ogni cervello pensante tentare di articolare un giudizio critico, anche se riguarda in parte qualcosa che amiamo.

Se anche voi detestate i gruppi organizzati di giappostronzi integralisti, mettete un like alla pagina del Trollo cliccando sul banner sottostante. Se invece siete dei cerebrolesi pucciosi che usano dei suffissi onorifici tipo kun o chan in fondo ai nomi dei vostri amici, beh, in quel caso andate pure a fare in culo.

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