Testi: Hidenori Kusaka Matite: Satoshi Yamamoto
Casa Editrice: GP Manga (BD srl.)
96 pp., 11.5×17.5, 2.90 €
Cadenza: Mensile/Irregolare
Volumi usciti: 3 (Primo volume: Ottobre 2014)
Oltre dieci anni di attesa. Dopo oltre dieci anni il manga Pokémon Adventures torna nelle edicole e fumetterie italiane. Ma cosa è esattamente questo manga? Di che prodotto si tratta?
Iniziamo a chiarire subito cosa non è: non è la trasposizione su cartaceo dell’orribile anime che conta un paio delle prime stagioni decenti e poi una discesa sempre più rapida verso l’insulso che lascia privi di speranze. La prima delle cause che porta l’utente medio a recepire il brand come “infantile“. Questa serie a fumetti ideata da Hidenori Kusaka non è però nemmeno una trasposizione passo passo, fedele e strettamente legata alla serie di videogiochi che ha dato i natali al marchio Pokémon. Dal ’97 in poi sono state prodotte una serie anime su Pokémon da Nintendo stessa e tante serie a fumetti non prettamente legate né alla Game Freak né alla grande N. Questa serie catturò l’attenzione per via del grande contrasto fra toni allegri, cartooneschi, brillanti e quasi fin troppo giocosi – cadendo ogni tanto, volutamente, nell’infantile – e delle scene brutali, che senza veli mettevano di fronte ai protagonisti una dura realtà; anche in un mondo ideale, dove ogni essere animato possa essere utile all’altro, ove vi è parità di diritto e si tende al bene comune, le cellule della follia umana andranno sempre e comunque a contrastare l’equilibrio tra vita e natura per il potere, la morbosità verso i propri sogni – dando mostra quindi d’un egoismo senza freni – o semplicemente perché certi uomini vogliono solo veder bruciare il mondo.
Una serie a fumetti per bambini o per ragazzi che vogliono darsi ad una lettura spensierata diventa d’improvviso una grossa spada di Damocle che porta dei dubbi pure dove pensavi che non ne avresti trovato l’ombra. Volevi posare sullo scaffale quel volumetto in bianco e nero tra un Topolino vecchio di anni ed una rivista settimanale che avresti presto disposto in bagno per le letture di conforto; eppure, finito un volume, come accade per ogni buon fumetto mainstream, rivivi scene cariche di sfaccettature e rifletti su determinate situazioni che i protagonisti e i loro fidati compagni mostriciattoli hanno dovuto affrontare.
Questo è stato ed è Pokémon Adventures: il creatore stesso dei Pokémon, Satoshi Tajiri, ha dichiarato che si tratta del prodotto fra tutti – manga, anime e quant’altro – più vicino al mondo da lui stesso ideato.
La serie riprende i protagonisti di ogni generazione di videogiochi: nella prima saga troviamo Red, nella seconda Yellow (creato appositamente per adattare Pokémon Giallo), nella terza Oro, e così via. A differenza dei nomi ufficiali dei protagonisti dei videogiochi, nel manga si danno ai personaggi i nomi delle versioni dei videogiochi Pokémon – in tal modo Armonio sarà chiamato Oro o Alcide sarà chiamato Nero. E la saga con cui J-Pop rilancia Pokémon Adventures in Italia, della quale son son usciti ormai ben 3 volumi da ottobre ad ora, è proprio quella di Nero, in riferimento alla coppia di giochi uscita nel 2010 per Nintendo DS: Pokémon Nero e Pokémon Bianco.
Dieci anni fa qui in Italia ci eravamo fermati – prima che la pubblicazione venisse interrotta – alla prima saga, corrispondente ai primissimi giochi Pokémon, ma partire da questa decima serie manga non risulta problematico: a differenza di altre serie precedenti, la serie di Nero e Bianco è infatti a sé stante.
Nero è un ragazzo di Soffiolieve che sin da bambino allena in solitaria i suoi unici due pokémon, un Munna ed un Rufflet, e che aspira a battere la Lega Pokémon e diventare il Campione della regione di Unima. Coinvolge nel suo ardore competitivo gli amici Komor e Belle, per quanto sia evidente che questi ultimi siano meno interessati alla conquista della carica di Campione, ma pur sempre volenterosi nell’intraprendere un viaggio da allenatori pokémon sin da giovanissimi. I tre dovranno scegliere il proprio starter – fra quelli di quinta generazione, quindi Snivy, Tepig o Oshawott – ricevuti in dono dalla Professoressa Aralia, la quale, come prevedibile, richiede dai tre aspiranti allenatori un aiuto per completare il Pokédex, l’enciclopedia elettronica che registra i dati di ogni pokémon esistente. Nero si presenta come il classico eroe shonen manga, brillante, trascinatore, disposto a tutto pur di raggiungere il suo obiettivo. Kusaka ha ideato per lui un sistema tutto particolare per giustificare il contrasto fra nero e bianco interno al modus operandi dell’allenatore – la retorica ispirata al concetto di yin e yang fa da trait d’union della serie Nero/Bianco, sia nei videogiochi che nel manga; concetto rafforzato dalla terza pagina del volume che raffigura uno scontro fra i due leggendari Reshiram e Zekrom, l’uno bianco e l’altro, per l’appunto, nero, con appena sotto le parole chiave Ideale e Verità, poiché i due pokémon rappresentano due modi di intendere il perseguimento del proprio volere e di quello collettivo, nonché del corretto modo di migliorare la mentalità umana: giustificando ogni mezzo pur di raggiungere il proprio Ideale o perseguendo la via pura, bianca, della Verità, lasciando che la società si assesti da sé, di conseguenza, sui giusti binari.
Presente anche la tematica del Sogno, avvalorata dall’utilizzo di Munna – pokémon in grado di assorbire i sogni di ogni essere vivente – ma davvero di cattivo gusto la scelta di usare ogni volta le virgolette per rimarcare la parola “sogno” – il grassetto sarebbe stato decisamente più efficace ed avrebbe annullato l’effetto parodistico che si viene così facilmente a creare.
Il tratto di Yamamoto è al contempo soffice e dinamico, stile che si addice alla perfezione per una storia pokémon, mentre le sequenze risultano ogni tanto confuse ma ci si lascia prendere dalle lotte o dalle strategie (ancora un po’ spicciole, ma possiamo immaginare che diverranno più complesse con l’avanzare dei tankobon) del protagonista, che non prendono più di qualche vignetta e non intaccano quindi la fluidità della lettura. I personaggi sono ben caratterizzati, alquanto trasparenti, e sul finale i fan dei pokémon non possono che godere dell’apparizione di un certo misterioso personaggio.
Non c’è che da attendere di poter conoscere le ombre che macchieranno questi giovani allenatori ancora così candidi: come il nero invaderà il bianco e le ideologie si scontreranno.
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