Ciao a tutti come va? Prima di cominciare, vi informo che questo articolo è stato scritto in collaborazione con il mio amico GuyWood87. Come avrete capito dal titolo, abbiamo deciso di parlare di una delle saghe videoludiche che, negli anni, ha ricevuto più consensi, ma al tempo stesso parecchie critiche per il cambiamento di rotta degli ultimi capitoli.
Per cui, senza perdere troppo tempo, partiamo subito col dirvi cosa pensiamo di RESIDENT EVIL, lasciando ora la parola a Guy Wood, che ci parlerà dei primi titoli della saga.
Come è nato Resident Evil ?
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Sweet Home – gioco di ruolo horror, uscito su NES nel 1989.
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Alone in the Dark – avventura horror 3d di Infogrames, uscita nel 1992.
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I film di George Romero.
Cosa hanno in comune questi tre elementi? Ebbero il merito di dare l’idea, ad un giovane game designer giapponese, al secolo Shinji Mikami, di sviluppare un gioco che avrebbe fatto proseliti in tutto il mondo; un prodotto con il quale ogni titolo appartenente al genere avrebbe dovuto inevitabilmente confrontarsi.
Capcom affiancò a Mikami un gruppo di sviluppatori che, in seguito, sarebbe diventato il famoso “Studio 4”. Ciò che ne uscì fece la storia del medium videoulico.
Pubblicato in patria con il nome di Bio Hazard, fu rinominato per noi occidentali con il titolo di Resident Evil.
Il primo episodio si svolge all’interno di una magione, dove vestiremo i panni di un membro della STARS, a scelta tra Chris Redfield e Jill Valentine. Nostro compito sarà perlustrare la villa in lungo e in largo. A metterci i bastoni tra le ruote ci saranno i celeberrimi zombie, ed altre creature, contro i quali dovremo usare con parsimonia le nostre armi da fuoco, data la perenne scarsità di munizioni. Quindi, è spesso cosa buona e giusta darsela a gambe piuttosto che affrontare uno scontro. Ovviamente il discorso non vale in presenza delle boss fight.
Tra uno spavento e l’altro, saremo anche impegnati in numerosi enigmi, tutti del genere “trova l’oggetto – fai funzionare il congegno” o “trova la chiave – apri la porta”, nessuno dei quali si rivela particolarmente complicato.
Il comparto audio è uno dei fiori all’occhiello della produzione, sposandosi perfettamente con l’atmosfera di terrore e ansia continua.
Così come i pregi, anche i difetti hanno fatto scuola, contribuendo a fissare i paletti per tutti gli esponenti del genere usciti successivamente. Dall’inventario decisamente poco spazioso, alla telecamera fissa, per finire con il macchinoso sistema di controllo, il quale lascia spesso il giocatore in balia degli attacchi nemici.
Riguardo la longevità, Resident Evil non è certo lungo. Ma la difficoltà di fondo, i 4 finali per ogni personaggio e gli extra da sbloccare, tengono occupati per un bel po’ di ore.
Il gioco fu in seguito riconvertito per diverse piattaforme
Il primo episodio non si scorda mai e ciò mi porta a rigiocarci ogni tanto per rivivere quelle atmosfere impareggiabili. All’epoca, i controlli mi fecero più volte inveire contro il televisore, ma con il tempo mi ci abituai ed imparai ad amarlo.
Ho giocato anche il remake del 2002 per GameCube, realizzato in maniera assolutamente sontuosa. Rivedere le ambientazioni e i personaggi del primo episodio con una grafica del genere, non ha prezzo.
Resident Evil 2 si svolge tra le strade di Raccoon City e nella stazione di polizia. Impersoniamo due personaggi: Claire Redfield, sorella di Chris e amante delle moto, e Leon S. Kennedy, agente della R.P.D. al suo primo giorno di servizio.
La formula di gioco resta pressoché invariata rispetto al capostipite, fatta eccezione per la possibilità di modificare le armi con Leon.
La grafica fu notevolmente migliorata. Una grande trama, degli ottimi personaggi e un’atmosfera angosciante, assursero il titolo allo status di capolavoro.
La longevità si attesta sui binari del predecessore. L’avventura non è lunga, ma per scoprire ogni aspetto della trama è necessario completare il gioco due volte con ogni protagonista, così da sbloccare anche diversi extra.
Anche Resident Evil 2 fu riconvertito per altre piattaforme.
Se amai il primo episodio, fu inevitabile per me restare folgorato da questo seguito, nonostante si trattasse di un more of the same. Con le migliorie apportate surclassò qualitativamente il suo predecessore.
Inizialmente concepito come uno spin-off, Resident Evil 3: Nemesis uscì nel 1999 su Playstation – ed in seguito su altre piattaforme – non ottenendo lo stesso successo di pubblico del secondo episodio, ma fu riconosciuto da molti come il migliore della serie fino a quel momento.
La protagonista assoluta di RE3 è Jill Valentine, direttamente dal primo Resident Evil.
Importante novità di questo episodio, è l’essere costantemente braccati dal mastodontico Nemesis, con il quale dovremo scontrarci sia in alcune boss fight, sia durante l’esplorazione, visto che comparirà un po’ ovunque in maniera casuale.
Resident Evil 3 si rivelò un titolo più incentrato sull’azione che sull’aspetto survival, e quindi meno ansiogeno e claustrofobico rispetto ai predecessori.
Altre piccole aggiunte al gameplay sono la possibilità di effettuare la schivata, di percorrere le scale in tempo reale, di creare proiettili e la rotazione di 180 gradi. Senza dimenticare l’implementazione dei bivi, cioè momenti di gioco in cui dovremo scegliere di compiere un’azione tra due possibilità, fattori che andranno ad influenzare il proseguo della trama. Grazie ad essi, sono presenti tre diversi finali.
Ho adorato anche questo episodio, soprattutto grazie alla ingombrante (in tutti i sensi) presenza di Nemesis, capace di tenere costantemente alta la tensione.
I piccoli miglioramenti nel gameplay resero l’esperienza ancora più gradevole.
Per non parlare dell’aspetto grafico, tra i migliori dell’intera ludoteca Playstation.
Dopo pochi mesi dalla pubblicazione di Resident Evil 3: Nemesis, fu subito la volta di Resident Evil Code: Veronica. Questo spin-off fu pubblicato inizialmente su Dreamcast ed in seguito convertito su PS2 e GameCube con il nome RE Code: Veronica X (“Complete” nelle versioni giapponesi).
Il titolo fu, all’epoca, riconosciuto da molti il miglior capitolo della saga dal punto di vista della trama. Essa presenta elementi perversi, colpi di scena, graditi ritorni ed è in grado di rispondere a diversi quesiti lasciati in sospeso nei capitoli precedenti.
La storia si svolge in una base antartica ed impersoneremo i panni di Chris e Claire Redfield, nonché, per breve tempo, di un terzo personaggio: Steve Burnside.
Per quanto concerne la giocabilità, si trattò del solito RE, con addirittura qualche passo indietro. Inspiegabile fu infatti la scelta dei ragazzi di Capcom di eliminare la schivata e la possibilità di percorrere le scale in tempo reale.
Tecnicamente il gioco era ineccepibile, infatti, per la prima volta, Capcom abbandonò i fondali prerenderizzati in favore di un 3D completo.
Le ambientazioni angoscianti come non mai, un comparto sonoro all’altezza ed una trama assolutamente strepitosa – condita da un cast eccezionale – fanno di Code Veronica il mio episodio preferito.
Attesissimo dai fan ed inizialmente concepito per Nintendo64, Resident Evil 0 uscì nel 2002 su GameCube ed in seguito fu riconvertito per Wii.
Gli avvenimenti si svolgono il giorno prima rispetto a quelli del capitolo originale.
I protagonisti sono il membro della S.T.A.R.S. Rebecca Chambers e il condannato a morte Billy Coen.
In questo episodio si controllano entrambi i personaggi. Rebecca è più agile nonché conoscitrice di alcune nozioni di medicina, mentre Billy è più forte e resistente.
Potremo passare da un personaggio all’altro premendo un tasto, grazie ad una novità implementata in questo capitolo, ovvero lo Zapping System. Questo sistema ci sarà utile per risolvere enigmi, scambiare oggetti e correre in soccorso dell’altro personaggio.
L’altra novità è rappresentata dall’assenza dei bauli, che ci consentirà di lasciare gli oggetti dove ci farà più comodo e tornare a riprenderli in qualsiasi momento. In questo frangente la mappa ci verrà in aiuto, segnandoci la posizione di ognuno di essi.
Per il resto il comparto tecnico fa la parte del leone con audio e grafica da urlo.
Altro episodio che ho apprezzato ma ormai, così come tantissimi altri, auspicavo una rivoluzione per la serie, la quale, nonostante varie novità in questi capitoli, rimaneva troppo ancorata ai paletti fissati con il primo episodio.
Fu così che, nei primi anni del nuovo millennio, Capcom si apprestava a dare alla saga quella svolta di cui aveva bisogno. La storia stava per essere scritta ancora una volta. (GuyWood87).
Il cambiamento effettivo di questa saga si ebbe nel 2005. Infatti, in quell’anno, Capcom pubblicò Resident Evil 4 per GameCube e Playstation 2. In seguito fu pubblicato anche per Wii, PC, PSN e XBox Live.
In questo quarto titolo torneremo ad usare il mitico Leon S. Kennedy, che avrà il compito di salvare la figlia del Presidente degli Stati Uniti, Ashley Graham. A differenza dei titoli precedenti, in questo quarto titolo, non affronteremo i soliti zombie, ma bensì persone controllate da un parassita denominato “Las Plagas”.
Resident Evil 4 ha una certa importanza nella storia della saga perché, a partire da questo quarto capitolo, ci sarà un’evoluzione del gameplay. Infatti dal genere survival horror si passò ad un action più puro, ove la spettacolarità ha la meglio sul senso opprimente di ansia del passato.
Si tratta di uno dei titoli della saga che più ho preferito, se non il mio preferito per vari motivi; uno di questi è perchè si ritorna ad usare Leon. (SpiderTony88).
Ho trovato questo titolo veramente ben realizzato: ottime le ambientazioni e ottima la trama, accompagnata da una bella colonna sonora. L’unica cosa che mi ha fatto storcere il naso di RE4, è la semplicità del gioco contro alcuni nemici, anche se qualche volta mi è capitato di morire per colpa delle motoseghe o dei massi.
Credo che uno dei peggiori capitoli della saga, se non il peggiore, sia stato Resident Evil 5. Il gioco uscì nel 2009 per PlayStation 3 e Xbox 360.
Il titolo è ambientato undici anni dopo la distruzione di Raccoon City e cinque anni dopo gli eventi di Resident Evil 4.
Grande novità di questo titolo, che ritroveremo poi in Resident Evil 6, è che il protagonista, Chris Redfield, avrà una partner che ci darà una mano contro i nemici durante l’avventura.
Ho iniziato a parlare di Resident Evil 5 dicendo che si tratta, a mio avviso, di uno dei capitoli più deboli della saga, il motivo è che l’ho trovato troppo semplice, e con una vena horror veramente bassa. E’ un titolo che rientra prevalentemente nel genere survivor/azione/sparatutto. Se nei primi capitoli le munizioni si trovavano a malapena, qui è molto difficile rimanerne a corto. Una delle poche note positive di RE5 è, sicuramente, la grafica.
Concludiamo questo articolo parlandovi dell’ultimo capitolo ufficiale della saga, Resident Evil 6. Questo capitolo è stato apprezzato da molti videogiocatori, ma purtroppo, ha ricevuto anche parecchie critiche dai fan storici.
Resident Evil 6 è stato rilasciato per PlayStation 3, Xbox 360 e Microsoft Windows nel 2012.
Grande novità è stata la possibilità di giocare quattro campagne differenti, dopo aver completato le quali, potremo capire a pieno l’intera trama del capitolo.
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Nella prima campagna potremo usare Leon S. Kennedy o Helena Harper.
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Nella seconda campagna potremo usare Chris Redfield o Piers Nivans.
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Nella terza potremo usare Jake Muller o Sherry Birkin.
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Nella quarta campagna, segreta, useremo Ada Wong.
Un’altra grande novità è che si tratta del primo capitolo ridoppiato in italiano; e devo dirlo, sono rimasto pienamente soddisfatto dal doppiaggio.
Ho molto apprezzato RE6; il gameplay mi ha convinto, così come la trama e la campagna con protagonista Chris. Ero un po’ intimorito da quest’ultima, proprio perché il capitolo precedente mi aveva completamente deluso.
In conclusione mi sorge una domanda: ha giovato a questa saga la rivoluzione arrivata con il quarto capitolo ?
La mia risposta è si, perché nonostante abbia amato i primi tre episodi, il gameplay classico, estremamente macchinoso nei controlli, cominciava a rivelarsi anacronistico, ed agli albori del nuovo millennio, ciò non era più accettabile. (SpiderTony88)
Premettendo che mi sono fermato al quarto episodio, ritengo assolutamente positivo questo cambiamento. Arrivati agli anni 2000, il gameplay classico cominciò a stancarmi. Resident Evil 4 è un capolavoro non solo all’interno del franchise o nel suo genere, ma dell’intera storia del medium. Un titolo che ha fatto scuola, se vediamo che il gameplay è stato ripreso da altri titoli, come ad esempio una saga osannata come quella di Uncharted.
Uno dei più grandi videogiochi mai creati. (GuyWood87)
Un saluto ai lettori e agli iscritti su youtube di Tony, dal temibile pirata GuyWood87. Ar ar!
Quale capitolo di Resident Evil è il vostro preferito?
Ritenete positovo il cambiamento degli ultimi capitoli o ritenete che abbia danneggiato la saga?
Fatemi sapere cosa ne pensate e ci vediamo alla prossima.
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