Naruto #64

Nel corso dei miei video o delle mie recensioni ho parlato spesso dei fumetti che acquisto o seguo da più tempo, ma non ho mai parlato di Naruto. Si tratta infatti del primo fumetto (in questo caso un manga) che ho acquistato in fumetteria e non in edicola. Il volume 64 (contenente i capitoli dal 608 al 617) mi offre il pretesto per parlare dello stupendo Manga di Masashi Kishimoto.

La Guerra dei Ninja procede da moltissimi mesi su Naruto, malgrado solo nel volume scorso sia stata rivelata l’identità del misterioso uomo sotto la maschera (sto parlando di Tobi): si tratta di Obito Uchiha, membro dell’omonimo club e amico di vecchia data di Kakashi. Molto probabilmente, chi ha letto il numero ambientato nel passato di Kakashi, l’avrà interpretato – inizialmente – come un episodio carino all’interno della narrazione del manga. Eppure Kishimoto non ha mai mostrato ai propri lettori cose a caso, cercando anzi sempre di contestualizzare eventi e sottotrame. Proprio lo svelamento di Obito e la sua alleanza con Madara, hanno concluso sia le vicende legate a quell’evento del passato, sia il mistero relativo a Madara Uchiha. Proprio quest’ultimo infatti sembra essere “la mente” che si celava dietro i piani dell’Organizzazione Alba, in quanto – e questo l’ha ammesso lo stesso Madara nel corso del volume che sto recensendo – per sviluppare la tecnica dello Tsukuyomi Infinito ha bisogno del corpo di Obito. Quest’ultimo però ha deciso di saggiare le difese dei paesi ninja uniti in un unico grande esercito.

Questo volume 64 ci regala quindi una grossa dose di azione, tra cliché di tipo narrativo (un avversario imbattibile, creduto momentaneamente sconfitto, si trasforma e scatena la sua vera piena potenza) ed eventi a dir poco sorprendenti (la morte di un certo personaggio). Ma la forza inestimabile di questo volume sta nelle prove verbali a cui Naruto viene sottoposto da Obito. Il redivivo membro del clan Uchiha infatti pone la forza portante della Volpe a Nove Code dinanzi a tutta una serie di problemi irrisolvibili, primo fra tutti l’inevitabile morte di alcuni dei suoi compagni. Naruto prende coscienza del fatto che la morte dei suoi amici non vada intesa come un evento tragico e fine a se stesso, bensì come un motivo di orgoglio per chi si è sacrificato. Insomma, come sempre, Kishimoto ci dimostra che i sacrifici non sono mai vani e mettersi in gioco vuol dire superare i propri limiti, soprattutto grazie alla collaborazione delle persone a noi care. Il senso di solitudine che permeava i primi volumi del manga e il bisogno dello stesso Naruto di circondarsi di persone fidate, sembra ormai superato: ora c’è solo tempo per reagire, forti della collaborazione dei rapporti intessuti durante il corso degli anni.

Significativa del resto la Tecnica dell’Esercito Alleato, fondata non sulla bravura nelle Arti Magiche o Marziali o Illusorie, ma sulla forza di un gruppo unito e compatto sotto la guida (anzi, la protezione) di Naruto. Anche la scelta da sempre operata da Kishimoto nell’opporre al figlio del Quarto Hokage avversari con poteri “illusori” la dice lunga: mentre i nemici basano la propria forza sulle illusioni e vogliono gettare il mondo in un unico ed eterno inganno, Naruto disintegra i loro propositi con la forza diretta della schiettezza e della genuinità. Insomma avete capito quanto sia affezionato anche a questo manga. Dovendo evitare spoiler, non aggiungo altro, ma vi invito a dirmi la vostra opinione su quello che avete letto. Per il momento è tutto, alla prossima! Dattebayo!


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