TWR la (psico)analisi di Wonder Woman: bona ma non benissimo

Wonder Woman, finalmente, ha vinto la maledizione di Rotten Tomatoes che affliggeva i film Warner su licenza DC Comics che – dopo la trilogia del Cavaliere Oscuro di Nolan e con la successiva inaugurazione dell’universo filmico condiviso (il DC Extended Universe) – venivano puntualmente massacrati sull’aggregatore di recensioni statunitense. I complottisti della prima ora, quelli che “La Disney è la proprietaria di Rotten Tomatoes!!!1!“, ora sono spiazzati come un terrapiattista che venga portato su una stazione orbitante per mostrargli che la Terra è rotonda. Come ha potuto Wonder Woman avere più del 90% di recensioni positive su RT? “La Warner ha pagato i recensori più della Disney! Giornalisti rettiliani!!1!” No, semplicemente Wonder Woman è un film lineare e leggero, con dei colori non desaturati, dei combattimenti molto spettacolari ed una turbopatata semidea e seminuda come protagonista che, quando è in scena (cioè sempre), non le si riesce a togliere gli occhi di dosso.

Ma, prima di passare ai giudizi, vediamo di cosa parla Wonder Woman.

Il plot (a grandi linee e senza rilevanti spoiler): c’è quest’isolotto greco che si chiama Themyscira in cui abitano solo donne in bikini corazzato e dove, per una precisa scelta dell’assessorato al turismo, si è deciso di chiudere le frontiere ai visitatori (che poi è un attimo che la location si sputtana tipo Mykonos o Santorini).


– da sinistra: l’assessore al turismo, l’assessore ai beni culturali, il sindaco ed il vicesindaco –

Qui la piccola Diana cresce divertendosi con varie attività: il crossfit, il tiro con l’arco e i tuffi. Ma, all’improvviso, a infrangere il decreto dell’assessore al turismo arrivano il pilota ingese Steve Trevor ed un piccolo esercito di nazisti tedeschi. Sfiga vuole che, in questo particolare giorno, tutte le abitanti di Themyscira abbiano il ciclo (si sa che quando le donne vivono assieme poi si sincronizzano) e la loro accoglienza si rivela abbastanza uterina: si lanciano a cavallo in spiaggia sparando frecce e saltando.
I tedeschi muoiono e, dopo la battaglia, Diana si rende conto che ne ha abbastanza di mangiare gyros e moussaka e stare in bikini. Decide dunque di andare via con Steve ma, prima, deve convincere sua madre, la Regina Coerenza, una donna con le idee chiare.

Regina Coerenza: “Diana non si deve allenare!”
Claire Underwood: “invece sì”
Regina Coerenza: “Ok. Però allenala 5 volte più delle altre.”

Regina Coerenza: “Diana, tu resti qui!”
Diana: “No, me ne vado”
Regina Coerenza: “Ok, ciao. Tante care cose.”

E così Diana passa prima a fare un week end lungo a Londra e poi va di corsa a combattere i nazisti tedeschi insieme agli Howling Commandos a Steve Trevor, un nordafricano, un nativo americano e Spud di Trainspotting.


– c’erano un italiano, un inglese, i tedeschi ed un nativo americano –

I supercattivoni di giornata sono il Teschio Rosso ed Arnim Zola un generale che sniffa siero del supersoldato ed una scienziata sfigurata. Ma Diana ha dalla sua tre immensi poteri: la superforza, lo slow-motion ed il riff di chitarra elettrica di Hans Zimmer che è talmente fico che i nemici si arrendono. Finché non si arriva allo scontro finale col mostro in CGI (vero marchio di fabbrica dei film DCEU) impreziosito da questo dialogo qui che vi riporto pari pari a come è nel film:
“Gli esseri umani, essi sono brutti” (sì, l’ha detto davvero)
“Io credo nell’amore” (Sailor Moon, sei tu?)
“Allora ti distruggerò” (ma dai, questa non l’avevo mai sentita…)

Questa sintesi “romanzata” non mette in evidenza una pellicola particolarmente innovativa, e in effetti Wonder Woman originale non lo è: parte dall’inflazionato tema della divinità (o dell’alieno) che vede del buono nel genere umano meschino e guerrafondaio per diventare, a metà del primo tempo, Captain America: The First Avenger.
Di nuovo, il film diretto da Patty Jenkins, ha il fatto di essere il primo cinecomic con una protagonista femminile (perché Elektra e Catwoman non sono mai esistiti. MAI!), per il resto è un supereroistico con uno sviluppo abbastanza canonico e lineare e con qualche rara buona trovata come lo spiegone pittorico a sfondo mitologico durante il primo atto. Ma questa sua semplicità, unita alla godibilità dei combattimenti ed a scene action girate in modo molto pulito, lo rendono sufficientemente piacevole, al punto da farlo apparire come un passo avanti rispetto a Batman V Superman e Suicide Squad. Comunque sia, il fiore all’occhiello, quello che fa guardare con ulteriore benevolenza alla pellicola, è Gal Gadot che riesce a dar vita ad un’ottima Wonder Woman, amazzone carismatica e genuina portatrice di positività con cui lo spettatore riesca ad entrare sin da subito in empatia essenzialmente perchè trattasi di una gargantuesca…

Grazie Giancarlo, mi hai tolto le parole di bocca.

Io vi saluto e vi aspetto su Facebook:

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