Morgan Lost, una Bonelli ad alti livelli

Sono passati 4 mesi da quando, a ottobre, il primo numero di Morgan Lost ha debuttato in edicola. La nuova serie della Bonelli è stata creata dal grande Claudio Chiaverotti, veterano di tante battaglie della casa editrice milanese, ricordato e amato da tutti soprattutto per l’enorme contributo dato alla serie di Dylan Dog, che, anche grazie a lui, ha raggiunto l’Olimpo del fumetto italiano con moltissime storie che rimarranno per sempre nel cuore dei lettori.

Dopo alcuni mesi di osservazione e studio della serie – forse perché ancora dovevo convincermi, forse perchè volevo aspettare di vedere come proseguiva – ho deciso che è arrivato il momento di affrontare l’argomento e parlarne con voi lettori del Bar del Fumetto. E la mia persoanlissima conclusione è che Morgan Lost sia un fumetto stupendo, e non ci sarebbe altro da dire. Ma, già che ci siamo, lo diciamo lo stesso.

Il terzo numero, “Mister Sandman“, ha colpito nel segno e fatto breccia nei cuori dei tanti lettori bonelliani che aspettavano da tanto un fumetto tanto profondo e di qualità. Tuttavia un albo molto ben riuscito potrebbe essere un caso, o peggio, un’illusione, che ti spinge ad acquistare le uscite successive alla ricerca di un fascino che, magari, poi non si ritrova più. E invece l’albo di questo mese di gennaio, il numero 4 dal titolo “La Rosa Nera“, soggetto e sceneggiatura di Chiaverotti e disegni di Val Romeo è stato davvero soddisfacente. Come molti di voi sicuramente sapranno, una delle particolarità di Morgan Lost è la tricromia: bianco, nero (o meglio, scale di grigi) e rosso. L’idea di Chiaverotti  è quella di mostrare al lettore il mondo così come lo vede il protagonista, che è daltonico e vede solo il colore rosso. Un espediente grafico accattivante unito ad una sceneggiatura tra il pulp e l’horror estremamente coinvolgente. 

Per quanto riguarda i disegnatori poi, non c’è nulla di cui da stupirsi, alla Bonelli, storicamente, ci vanno solo i migliori. E anche qua le aspettative non sono deluse. Val Romeo, che ha disegnato l’ultimo numero, ha tealizzato delle tavole che non verranno dimenticate presto dai lettori. Le ambientazioni pittoresche, l’attenzione ai particolari e, soprattutto, la bellezza e l’espressività dei volti sono alcuni degli elementi che mi hanno colpito del suo lavoro. Poche volte ho provato un tale senso di immedesimazione e coinvolgimento.

Le storie pensate da Chiaverotti sono piene di pathos e azione, dei piccoli capolavori, dove la caratterizzazione di ogni personaggio, in particolare dei vari serial killer che lasciano il segno in ogni storia, mette davvero i brividi (in senso buono). Ma soprattutto torno a vedere spessore e profondità, elementi che attendevo da tempo di ritrovare in un albo Bonelli.

Lunga vita a Morgan Lost.

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