The Doom Patrol vol. 1 di Grant Marrison

Autori: Grant Morrison (testi), Richard Case, Doug Braithwaite, Scott Hanna (disegni)
Casa Editrice: RW Lion  Provenienza: USA (Vertigo)
Prezzo: € 24,95
Contiene: The Doom Patrol #19-#30

Qualche tempo fa, mi è capitato tra le mani il primo volume di Doom Patrol di Grant Morrison, da brava ignorante quale sono non conoscevo per nulla questo gruppo di eroi e man mano che leggevo sono rimasta letteralmente colpita e trasportata a tutt’altro livello supereroistico.

Questo perché purtroppo sono sempre stata abituata al fatto che i “pazzi” o i “mostri”, cioè coloro che sono psicologicamente instabili e soffrono di qualche psicosi o sono fisicamente diversi (o anche entrambe le cose), sono necessariamente criminali disadattati. Probabilmente è vero che il più delle volte sono dei disadattati ma non per forza sono dei criminali. La Doom Patrol me ne ha dato la prova.  

Inizio con un po’ di storia.

La Doom Patrol fu creata da Arnold Drake e Bob Haney nel 1963, inizialmente sotto l’etichetta DC comics e, alla base, c’è un concetto: “mostruoso ma eroe”. Il gruppo iniziale era composto semplicemente da Cliff Steele aka Robotman, Rita Farr aka Elasticgirl e Larry Trainor aka Negative Man. I tre dopo un incidente hanno acquisito dei super poteri ma hanno anche subito dei traumi che li hanno resi non adatti alla “società”. L’ingegnere Niles Caulder però non li ha abbandonati a se stessi, ha unito questo trio per formare un gruppo di supereroi “speciali”.
Più in là al gruppo si unirono anche altri due nomi noti: Steve Dayton alias MentoGarfield Logan il carinissimo Beast Boy. Dopo uno scontro drammatico la Doom Patrol venne distrutta: gli ultimi due arrivati si salvarono perché non presenti allo scontro (i fortunati! NdA) e vedendo la squadra smembrata il primo, Mento, decise di cambiare fazione e di diventare un supercriminale e il secondo, Beast Boy, di entrare nei Giovani Titani. Venne poi recuperato il corpo di Cliff e ricostruito, mentre Rita entrò in coma e Larry venne portato in ospedale psichiatrico.

Arriviamo finalmente al momento in cui entra in scena Grant Morrison. Dopo questa catastrofe gli autori hanno cercato di rimettere in sesto la Doom Patrol, ma le storie non avevano più il successo e lo stesso impatto che avevano negli anni ’60-’70, quindi dopo questo brutto periodo di transizione decisero di passare il gruppo di supereroi più disadattato di sempre sotto l’etichetta Vertigo e venne chiamato, nel 1987, il nostro bel scozzese per prenderne le redini. 

La rivoluzione ha inizio. Essendo appunto un gruppo di eroi non ordinari, sotto un’etichetta ora più libera, più matura, più “storie cazzute per chi ha voglia di qualcosa di diverso“, Grant Morrison cambia completamente il modo di far agire questo gruppo e si sbizzarrisce. Eroi anormali per avventure surreali, sarà il nuovo cavallo di battaglia della Doom Patrol.

Infatti in questo primo volume vediamo la “rinascita” del gruppo: il ritorno di Cliff più depresso di prima, ma anche più umano nonostante sia un Robot; il ritorno di Larry ma che non ritorna affatto, perché si fonde con la dottoresa Eleanor Poole e l’Entità Negativa per diventare l’essere femminile/maschile Rebis, una specie di trinità alla fine; si aggiunge al gruppo la mia preferita, Crazy Jane con ben 64 personalità diverse e ognuna ha un suo super potere (è favolosa! NdA); il dottore Joshua Clay, unitosi più per essere il loro medico che un eroe attivo del gruppo; infine la piccola Dorothy Spinner in grado di materializzare le sue fantasie (la sua storia è quella che mi ha più inquietato… NdA).

(Alcune delle personalità di Crazy Jane)

Senza spoilerarvi nulla, vi dico solo che i tre “grandi” nemici che il gruppo si troverà ad affrontare, sono completamente fuori da ogni cosa che voi possiate immaginare: gli Uomini Forbice, Red Jack (ansiogena come storia. NdA) e la Confraternità del Dada, il gruppo di cattivi più surreale che esiste, visto che combatte per l’anarchia dell’irrazionale. 

Storie completamente ad altri livelli, storie mai lette in nessuno albo, che lasciano con l’idea che la realtà non sia poi così reale. Morrison gestisce il tutto in modo folle, usando come mezzi la filosofia, la matematica frattale, la poesia e l’arte. Tutto ciò che è assurdo per creare qualcosa di ancora più assurdo. E vi posso garantire che usa tutto ciò anche abbastanza bene, senza mai cadere nel banale o nella totale irrazionalità o non comprensione. Nel suo scrivere senza una logica ha un senso, ed è un paradosso davvero bello.

Tra le cover presenti nel primo volume, a mio parere, le migliori sono quelle di Bisley perché si sposano meglio con la pazzia de La Doom Patrol (e perché lo amo, quindi potrei anche non essere obbiettiva al 100%…NdA), mentre sul disegnatore Richard Case non c’è nulla da dire, dopo un inizio piatto il suo stile diventa sempre più spigoloso e artistico, più adatto alle storie di Morrison.  

Doom Patrol di Grant Morrison è una lettura senz’altro consigliata a coloro i quali abbiano voglia di leggere una visione differente dei supereroi, una visione non sempre logica e razionale.
Il 24 aprile è uscita la ristampa del volume 1 nella collana DC Essential di RW Lion.

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