Outcast, l'esorcismo secondo Kirkman arriva in Italia

Dopo l’apocalisse zombie, Robert Kirkman si cimenta con un altro intramontabile classico dell’horror: le possessioni demoniache. ‘Niente di nuovo’ potranno dire alcuni di voi pensando a cult come L’Esorcista, Carrie o Rosemary’s Baby. Ma anche l’apocalisse zombie era un argomento già inflazionato quando The Walking Dead esordì nel 2003, eppure, 10 anni dopo, il fumetto di Kirkman è un punto di riferimento della categoria zombie.
Le premesse perché la storia si ripeta ed Outcast ridefinisca la tematica degli escorcismi nei media di oggi, ci sono tutte.

Outcast ha rischiato di fare il percorso inverso rispetto a TWD. In origine, infatti, doveva essere un serial televisivo e, solo in un secondo momento, Kirkman ha pensato di realizzarne prima una serie a fumetti, naturalmente sempre edita dalla sua etichetta Skybound per Image Comics. Prima che il numero #1 vedesse la luce, lo sceneggiatore di Richmond ha lavorato per due anni sullo script affermando che, a differenza di altre sue serie ormai decennali come TWD ed Invincible, stavolta la pubblicazione sarebbe partita con un’idea già chiara sul finale. 
Circa 8 mesi dopo il suo esordio oltreoceano, Outcast sta mietendo consensi pressoché unanimi e l’adattamento TV di cui parlavo alcune righe più su è ufficiale (diventerà un serial TV sul canale Cinemax), ed è così arrivato anche il momento dello sbarco in Italia con Saldapress, licenziataria dell’etichetta Skybound.

Kirkman e Paul Azaceta (l’ottimo disegnatore della serie) ci introducono gradualmente nella vita di Kyle Barnes, un uomo alla deriva con un oscuro passato alle spalle, un passato di cui ci vengono mostrati solo dei piccoli sprazzi così da darci un’idea del suo trascorso ma non un chiaro quadro complessivo. E la grande maestria di Kirkman nello storytelling sta anche qui: ci mostra spiragli ma non svela tutto, in modo da incuriosire il lettore in vista dell’uscita dei prossimi albi. 
Il West Virginia di Outcast è opprimente, la sceneggiatura è scorrevole e la storia disturbante, vi ritroverete a girare pagina intimoriti da quello che potrete trovarvi di fronte. In tal senso, la tavola di pagina 2 con protagonista il piccolo Joshua, un ragazzino posseduto dal demonio, è un esempio lampante. 
Kirkman ha messo da subito le cose in chiaro.

                           

L’eccellente lavoro di Azaceta si sposa alla perfezione con lo script, ha un tratto ruvido e pulp ed è interessante l’utilizzo di piccole vignette quadrate che focalizzano l’attenzione su dettagli ed atteggiamenti dei protagonisti. Le parole di Kirkman per il suo disegnatore sono, giustamente, di elogio:

Paul è in grado di raggiungere un livello di raccapriccio che onestamente non credevo possibile in un fumetto. Il modo in cui il volto di Joshua si contorce in quel sorriso. Sarò sincero, io stesso mi trovo a disagio nel guardare quella vignetta troppo a lungo. 

Due parole sull’edizione italiana. Di Outcast si è parlato parecchio negli ultimi mesi, più che per l’indiscutibile bontà del prodotto, per la protesta portata avanti da alcuni lettori del mensile The Walking Dead che non volevano che Outcast diventasse una storia d’appendice di TWD, rendendo il mensile un multitestata.
Saldapress, allora, ha optato per un edizione “stand-alone” di Outcast in un formato economico bimestrale, un albo bianco e nero analogo a The Walking Dead (il primo numero in uscita il 13 marzo avrà il prezzo di lancio di 1 euro). Va precisato, però, che la conversione dal formato a colori al B/N è stata realizzata appositamente dallo stesso Paul Azaceta per l’ed.italiana, non si tratta dunque di una semplice decolorazione realizzata dall’editore.

                   

Va detto che, nella versone originale, la colorista Elizabeth Breitweiser ha realizzato un ottimo lavoro, utlizzando una limitata palette di colori con toni scuri ed un accenno di rosso ed arancione. Un risultato che, cromaticamente, ricorda molto le tavole di Francesco Francavilla. Anche se non abbiamo conferme ufficiali, sono certo che la versione a colori di Outcast arriverà da noi più avanti nella collection in volumi brossurati.

In conclusione quel che è certo è che l’ultimo parto della mente di Robert Kirkman merita senz’altro di essere letto e la sensazione che Outcast possa diventare un cult è davvero forte.
Kirkman ha fatto centro. Di nuovo.

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